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XANADU

comunità per lettori ostinati
1D, Liceo P.Levi di Montebelluna, Treviso

Tremendamente impressionante questo libro…Pubblicato nel 1954 è frutto della mente pessimista di un autore addirittura premiato con il nobel alla letteratura. Scelsi questo libro assai imprudentemente in quanto non ricordavo di aver sentito né il titolo né l’autore. Fu determinante l’attento ascolto della trama che mi trasmise subito un grande senso d’avventura e di coinvolgimento: dei bambini britannici sono vittime di un disastro aereo e si trovano in un’isola deserta senza alcun adulto che comandi su di loro. Inizialmente dimostrano grande responsabilità e autocontrollo e si organizzano secondo un piano gerarchico basato sull’età. Successivamente però, in assenza di regole e occhi vigili, assaliti da paure irreali e soprattutto dimenticando il classico spirito quieto del “buon inglese”, si ribellano al capo precedentemente eletto e sfogano gli istinti primitivi racchiusi nell’uomo fin da bambino. Una grande avventura… sì ma solamente nelle prime cento pagine, poi il ritmo comincia a rallentare e a presentare situazioni già narrate regredendo fino ad uno stand-by che nel momento in cui si rompe genera il vero testo noir molto ispirato dall’horror. Anche il lessico subisce lo stesso andamento: alla “Robinson Crusoe” inizialmente poi sempre più ripetitivo fino all’esplosione che libera termini crudi e animaleschi. Non ho per niente gradito questo stile di scrittura a cui non trovo un vero genere di appartenenza e a cui preferisco sicuramente testi più leggeri e scorrevoli; perciò il mio voto….!Naturalmente il mio giudizio si fonda su motivi che, oltre allo stile di scrittura che non mi affascina, riguardano: una progressiva vittoria del male sul bene (sono certamente più devoto al lieto fine), e i personaggi che a mio parere, dato il gran numero, vengono poco coinvolti e per la maggior parte svolgono ruoli troppo marginali che talvolta appesantiscono il corso dei fatti. Tuttavia, sebbene in minima parte il mio voto è stato influenzato positivamente dal fatto che durante tutta la narrazione l’autore trasmette la sua disapprovazione verso il sistema educativo anglosassone, freddo ed impostato, idea che mi sento di condividere.

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65

Golding W.
Il Signore delle mosche
Mondadori, Milano, 2001


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ultima modifica: 14 gen 2007