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XANADU

comunità per lettori ostinati
2 B, Liceo Ginnasio Galvani, Bologna

La storia, di un’originalità quasi delirante, ha suscitato in me sensazioni contrastanti: sono stata infatti sfiorata, in alcuni tratti, da un sentimento di affetto e comprensione per la giovane protagonista -costretta prima a subire soprusi alla scuola di danza, poi rifiutata dalla madre adottiva- mentre nella maggior parte dei passi del libro a prendere il sopravvento è stato un senso di angoscia e smarrimento. Credo che queste sensazioni siano sorte in me per via del continuo giocare dell’autrice con le paure e le inquietudini più nascoste di Plectrude, decisa a dimagrire sempre più nel tentativo di elevarsi ad una sorta di condizione ascetica.I personaggi, enormemente complessi e dalle personalità imprevedibili (la madre adottiva della protagonista, inizialmente colma di affetto per la piccola, smette di amare Plectrude quando questa abbandona la danza) finiscono per trascinare nel loro pazzesco vortice l’autrice stessa, che compare all’interno del romanzo nei panni di un’amica della protagonista. Con uno stile asciutto ed intrigante, Amélie Nothomb s’addentra dunque senza timori nel profondo della psiche umana, dedicandosi in particolar modo all’analisi del rapporto di Plectrude con la morte; un rapporto che risulta quanto mai stretto e scioccante.“Dizionario dei nomi propri” è un libro dall’eccezionale potenza narrativa che mi ha permesso di capire come anche le scelte più folli siano guidate da motivazioni profonde e siano il frutto di un’inarrestabile logica interiore che l’individuo stesso non ha il potere di controllare.

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76

Nothomb A.
Dizionario dei nomi propri
Voland, Roma, 2004


Biblioteca Sala Borsa Ragazzi | Hamelin Associazione Culturale
ultima modifica: 14 gen 2007