|
1D, Liceo P.Levi di Montebelluna, Treviso
“La promessa” di Friedrich Durrenmatt inizialmente era stato scritto sottoforma di sceneggiatura per il film “Il mostro di Magendorf” di Ladislao Vojola, successivamente venne edito il libro e nel 2001 è stato portato sullo schermo da Sean Penn.All’uscita da una conferenza tenuta in una piccola città della Svizzera, uno scrittore di gialli accetta un passaggio da un ex comandante della polizia di Zurigo. La conversazione tra i due verte sul fatto che i romanzi gialli danno una visione distorta della realtà . Per illustrare il suo punto di vista il poliziotto racconta un vecchio caso di omicidio e narra come le indagini fossero state affidate al miglior commissario disponibile: il freddo e impassibile Matthai. Egli aveva promesso ai genitori della bambina uccisa di trovare il colpevole dell’omicidio ma non convinto delle indagini della polizia si era messo in proprio e, sfruttando una bambina e la madre di lei, aveva teso una trappola all’assassino. Nel finale a sorpresa tutte le teorie di Matthai, sebbene logiche e razionali, vengono smentite dalla confessione di una vecchietta morente…Il protagonista del romanzo è Matthai, un personaggio dinamico, infatti dall’inizio della storia la sua personalità di geniale e infallibile commissario della polizia, diventa quella di un vecchio benzinaio abbruttito, istupidito e alcolizzato.Il libro mi è piaciuto abbastanza, non tanto per la storia, molto crudele, ma per le idee che l’autore esprime. Durrenmatt infatti con questo “antiromanzo” vuole dimostrare la falsità e la superficialità che ci viene proposta nei polizieschi tradizionali in cui tutto è logico e razionale, criticando lo svolgimento dei fatti che è spesso diverso rispetto a quello della realtà . Io sono d’accordo con l’autore ma credo che qualche volta, immergendosi nella lettura di un classico romanzo giallo, sia bello anche provare a credere che non tutto sia così difficile e complicato nella vita ma che per ogni caso o difficoltà ci sia una soluzione logica. Cioè dal punto di vista razionale trovo acuta e fondata la critica sviluppata dall’autore, ma personalmente mi appassionerebbe di più una storia che seguisse una trama lineare e riconoscibile. Il mio giudizio …, lo valuto sufficiente in quanto mi ha fatto riflettere molto sulle differenze tra genere giallo e genere noir e perché trovo interessante la personalità del commissario Matthai che l’autore ha creato.
Aggiungi un nuovo commento:
|