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2 A, Liceo Ginnasio Galvani, Bologna
Si tratta di un giallo classico: il ritrovamento, in una villa di Vienna, del cadavere di un anziano e ricco signore, evidentemente assassinato, dà inizio ad una vicenda che in un primo momento si svolge secondo le regole di un poliziesco. L’unico indizio (se ci fosse qualcuno, tra i poliziotti, capace di intenderlo) è la presenza di una scacchiera, in cui i pezzi riportano una situazione che va sotto il nome (sapremo poi che la stessa vittima, appassionato giocatore di scacchi, l’aveva definita in tal modo) di “variante di Luneburg”. Ben presto la questione si complica: il narratore ci conduce attraverso i due giorni precedenti l’assassinio, sul treno Berlino-Vienna. Durante quel viaggio si compie una partita a scacchi, tra l’anziano Dieter Frisch (questo il nome del signore assassinato) e altri due personaggi: una partita a scacchi che risulterà decisiva per la vita di colui che la avrà perduta. Ma dietro i due giocatori si disegna la vicenda storica di una inimicizia nata nei campi di concentramento, nel corso di un’altra lunga partita a scacchi tra la vittima ebrea e l’aguzzino nazista (che capiamo essere il signore ucciso), la cui posta in gioco erano le vite degli innocenti internati. Si comprende allora (ma arrivarci non è facilissimo, e molte cose non si capiscono) che l’omicidio finale è in realtà una vendetta.Lo stile è scorrevole e segue la vicenda, piuttosto complicata, in modo semplice. Anche se il mutamento del punto di vista del narratore, che in effetti è coinvolto nella storia, non permette sempre di capire immediatamente il senso degli avvenimenti. Bisogna rileggere alcuni passaggi. La conclusione poi non spiega per niente l’omicidio iniziale, che pare quasi dimenticato. Alla soluzione bisogna arrivarci da soli, forse, rileggendo l’inizio. Ma tutta la lettura del libro era basata sull’attesa della soluzione, che invece non viene, per lo meno in modo chiaro.La spietata crudeltà del gioco e quella altrettanto terribile della vita: quale delle due è più forte e coinvolgente? E come ci si può comportare di fronte al dolore, che la crudeltà della vita (e del gioco) fa nascere? Fuggire il dolore; imparare dal dolore; non arrecare dolore. I tre personaggi si confrontano con la crudeltà , il dolore, l’inimicizia, impegnando tutta la vita in un gioco decisivo. Avvincente, anche se alla conclusione delude un po’. Mi ha ricordato L’amico ritrovato, anche se alla rovescia.
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