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II B, Liceo Ginnasio Galvani, Bologna
Questa storia fra il fantastico e l’horror mi è piaciuta molto: è bene costruita, i personaggi sono descritti in modo approfondito e lo stile dell’autore è particolarmente coinvolgente. Ho apprezzato molto l’approfondita introspezione compiuta dal narratore sui i personaggi principali della vicenda, per la quale non mi sono annoiata, tutt’altro.
Ho inteso questo libro come metafora per illustrare la crescita dei bambini, del passo che compiono dall’infanzia all’adolescenza, del loro primo contatto con il mondo degli adulti; ed è per quest’ultimo motivo che il racconto mi ha coinvolto particolarmente e che mi ha invogliato alla lettura: ho riconosciuto me stessa nei protagonisti della vicenda, afferrando alcuni concetti che nel passaggio dall’infanzia all’adolescenza non avevo prima d’ora considerato. È stato come un completamento di lacune, di situazioni prima ignote; e tutto ciò è avvenuto leggendo una storia fantastica.
Il personaggio che più mi è piaciuto è stato il padre di Will, perché ha un comportamento infantile, sembra quasi un ragazzo nella pelle di un adulto. Mi è rimasto impresso un passo in particolare, in cui il narratore mostra al lettore quanto si possa essere liberi e quindi tornare un po’ bambini nonostante l’età .
L’alternanza dei punti di vista nei vari capitoli è singolare: sono tutti rappresentati obiettivamente.
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