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XANADU

comunità per lettori ostinati
1D, Liceo P.Levi di Montebelluna, Treviso

Brother and sister, di Simona Vinci, è un romanzo di genere noir che tratta le tematiche della morte, dei legami familiari, in particolare quello tra fratelli, della crescita interiore e del passaggio da infanzia e adolescenza al mondo degli adulti.I protagonisti sono tre fratelli: Cate, la più grande, di diciassette anni; Mat, di quattordici anni e Billo, il più piccolo, che, già orfani del padre, dopo la morte della madre, si trovano a passare un’ultima notte insieme prima di essere divisi da assistenti sociali, istituti per orfani e genitori adottivi.Il romanzo ricorda la celebre favola dei fratelli Grimm “Fratellino e sorellina”, non a caso narrata a tratti nel testo dalla sorella maggiore.Esso inizialmente era noto come radiodramma per il programma “Atto unico presente” di Radio Rai Tre, queste sue radici si percepiscono nella costruzione dei dialoghi e nel rapido susseguirsi di scene mantenuto anche nel libro.Il suicidio della madre, svelatoci solo nelle ultime pagine, tramite un dialogo tra Cate e Mat, e l’imminente separazione dei tre fratelli incombono sull’atmosfera rendendola cupa e malinconica, sensazioni che, a mio parere, l’autrice è molto brava a trasmettere grazie anche all’ambientazione: tutta la vicenda infatti si svolge in un’unica notte in una cascina isolata e nell’inquietante bosco nelle immediate vicinanze ad essa in cui i tre ragazzi si spingono per un’ultima passeggiata nel cuore della notte e da cui sono costretti a tornare scappando perché inseguiti da dei cani misteriosi; tipica del genere noir.Un particolare che mi ha colpito molto e che secondo me rende bene l’atmosfera del romanzo è il camice da lavoro giallo acido della madre, che faceva la cassiera alla despar, ancora appeso all’attaccapanni dell’ingresso col cartellino col nome:Rita che penzola e dondola ogni volta che una corrente, o un piccolo urto lo smuovono.All’inizio del romanzo sembra che i tre ragazzi, assieme, armati anche di un fucile, vogliano ribellarsi al destino che li sta crudelmente separando, ma al sorgere del sole, dopo una nottata che può sembrare una veglia funebre alla madre, morta da pochi giorni ma anche una veglia alla loro infanzia che si conclude, i tre sanno che non ci sono alternative e che alla fine dovranno necessariamente separarsi.Personalmente il libro non mi è piaciuto molto perché, oltre che ad una forte suspance, che non si scioglie fino alle ultime pagine, esso non mi ha trasmesso altro, non è uno dei generi che preferisco e trovo la vicenda molto, forse troppo, crudele: Non ritengo corretto il comportamento della madre dei tre ragazzi che, secondo me, non avrebbe dovuto abbandonare i figli, già orfani del padre, e che, secondo me, si crogiola nell’autocommiserazione senza riflettere sulle conseguenze che la sua azione avrebbe comportato. Inoltre non sono riuscita a comprendere il significato dell’inserimento, nella parte finale, di Umpa, il bambino down. Una cosa che invece apprezzo è il linguaggio molto giovanile e sintetico usato dall’autrice oltre che all’inserimento, tramite il racconto della sorella della favola dei Grimm.

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84

Vinci S.
Brother and sister
Einaudi, Torino, 2003


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ultima modifica: 14 gen 2007