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2 A int., Liceo Ginnasio Galvani, Bologna
Una piccola cittadina di montagna, un brutale assassinio, una promessa. Trovare “l’animale” che ha commesso il crimine: è questo ciò che il commissario Matthai promette ai genitori della bimba assassinata crudelmente con un rasoio nel bosco.E così il commissario comincia le indagini, che lo prendono sempre di più, e che ormai porta avanti solo per l’impegno preso, ma anche per determinazione personale, poiché egli vuole impedire che questi delitti crudeli accadano ancora.E così mette su una pompa di benzina, nella vana speranza che l’assassino passi di lì a far carburante; poi, vista la preferenza per l’uccisore verso le bambine bionde con le trecce, Matthai decide di accoglierne una nella sua casa.Dopo anni di lunga attesa, finalmente, un giorno, il commissario nota che la bimba si ferma spesso al bosco e allora, si accorge che è giunto il momento: chiama la polizia ed insieme aspettano l’arrivo dell’omicida; ma questi non si fa vivo e così la polizia torna in città .Passano gli anni e Matthai invecchia, consumato dalla delusione e dall’alcool. Un giorno arriva una telefonata al superiore del commissario dietro alla quale egli scopre una verità sconcertante.Questo libro è un antiromanzo giallo, anche se gli elementi del romanzo poliziesco ci sono tutti: colleghi altezzosi, un delitto orribile e inumano, un presunto colpevole e la sorpresa finale con la scoperta dell’assassino.La promessa però racconta distorcendo i fattori tradizionali del romanzo giallo, e attaccandoli, per poi farli cadere uno a uno: il detective non riesce a impedire il delitto, e se questo “impedimento” avviene non è per merito suo; il personaggio principale non rispetta affatto i canoni in cui rientrano i rispettosi commissari dei gialli e alla fine il romanzo non si conclude con un finale felice, ma sconcertante.
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