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2Q, Istituto Tecnico per le Attività Sociali F. Selmi, Modena
Prendendo in considerazione l'originalità dei personaggi e degli ambienti, il mio voto è sicuramente un 3 pieno, ma non di più perché manca qualcosa che dia vivacità alla storia: in certi punti è troppo lenta e noiosa, a volte un po' squallida nel raccontare alcuni particolari della vita degli zingari, ma forse era proprio questa l'intenzione dell'autore.Debole, molto timido, introverso e perdi più balbuziente, Tarzan arriva a Bologna e va alla caserma dei carabinieri dicendo di essere uno zingaro orfano e di essere scappato dai suoi fratelli che lo costringevano a rubare e lo picchiavano. Dopo molte inchieste da parte della polizia, si scopre, invece, che il misterioso ragazzo ha un passato del tutto diverso da quello che aveva raccontato. Dopo aver chiesto aiuto, il personaggio principale va a finire in un centro di accoglienza per minori difficili. Lì trova degli amici, altri ragazzi maltrattati o scappati di casa come lui: Maruska, bella e pervertita, quindicenne con un caratteraccio che fa subito innamorare Tarzan; Nadine, diciassettenne nigeriana simpatica e comprensiva; AH, sfortunato sedicenne, nato senza un braccio, ma con tanta voglia di vivere normalmente infine Alberto, anche lui sedicenne, piuttosto ribelle e molto divertente. La storia on è particolarmente interessante, una faccenda che potrebbe capitare a qualsiasi adolescente con problemi a casa. L'unica novità è il fmale a sorpresa che certamente nessun lettore, anche attento, si aspetterebbe. Lo scrittore utilizza un registro medio abbastanza scorrevole e comprensibile, in alcuni tratti usa anche quello colloquiale, a tratti gergale.
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