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1 B, Liceo Ginnasio Galvani, Bologna
A me il libro “Dizionario dei nomi propri” è piaciuto abbastanza ma non mi ha convinto del tutto.Mi è piaciuta la parte iniziale, del libro dove si racconta dell’uccisione del padre della protagonista e la vita della bambina con la madre adottiva e il loro rapporto.Il seguito, purtroppo, è poco convincente, secondo me: è abbastanza inverosimile che una bambina con lo sguardo faccia piangere i compagni d’asilo.Plectrude a parer mio è una ragazza con forti disturbi mentali perché non è normale che una bambina di otto anni cerchi già di sfiorare la morte così pericolosamente, come per beffarla, per poi essere salvata in extremis dalla sua migliore amica.Una cosa che non mi piace del libro è il modo in cui l’autrice espone la danza, vale a dire la presenta come un mondo di ragazze anoressiche che, pur d’essere famose, puniscono duramente il proprio corpo senza nutrirlo.Un’altra cosa che mi dà fastidio nel libro è il modo in cui la protagonista presenta la proposta di avere un figlio al suo partner lirico: non c’è romanticismo, non c’è amore.Il finale è senza senso, non mi aspettavo di certo che un libro con un principio così forte avesse un finale così deludente.
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