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XANADU

comunità per lettori ostinati
2B int, Liceo Ginnasio Galvani, Bologna

Questo romanzo, “Il dizionario dei nomi propri”, ci ha suscitato forti emozioni.Il giudizio che attribuiremmo al libro è tutto sommato positivo: trasmette uno strano senso di inquietudine, di angoscia; è una storia drammatica in cui si alternano episodi tragici, dettati dalla pazzia dei personaggi, a momenti felici, gioiosi, della vita quotidiana. Sin dall’ inizio si percepisce un’ atmosfera abbastanza cupa che si sviluppa man mano che la protagonista cresce. Questo libro ha la capacità di proiettarci in una cruda realtà, che ci sembra così distante, quasi irreale, difficile da accettare, ma che ci fa riflettere. L’ autrice affronta il tema dell’anoressia in modo diretto, senza veli o metafore; il fatto spaventoso è che la zia della protagonista non offre alcun aiuto alla bambina, anzi, è proprio lei che la incoraggia a rifiutare il cibo: per lei la magrezza è sinonimo di bellezza, di perfezione. Fortunatamente, Plectrude si fa coraggio e da sola riesce a superare la sua crisi, riacquistando peso e cercando di costruirsi una nuova vita: io l’ammiro molto, perché so per esperienza personale quanto sia difficile. Tutte noi però pensiamo che l’argomento anoressia sia stato trattato in modo un po’ superficiale perché non basta l’amore di un padre o di una sorella per guarire, ma occorre affrontare un lungo e difficile percorso aiutati da professionisti. I personaggi del romanzo ci vengono presentati come ossessivi, folli, ma ciò che mi ha colpito di più è che non si rendono conto della loro pazzia, per loro è la normalità più assoluta. La zia di Plectrude sembra vivere in una realtà tutta sua, è convinta delle sue idee, per quanto perverse e folli che siano: la protagonista rappresenta tutto ciò che lei non ha potuto essere.E’ un libro piuttosto breve, lo stile è sintetico, efficace, diretto; i dialoghi sono freddi e irreali. Come sfondo, la vita di tutti i giorni: ciò crea disagio e inquietudine, l’autrice vuole presentarci un altro modo di vivere, completamente diverso dal nostro, scioccante, ma pur sempre reale.

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76

Nothomb A.
Dizionario dei nomi propri
Voland, Roma, 2004


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ultima modifica: 14 gen 2007