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2 B, Liceo Ginnasio Galvani, Bologna
L’idea di per se è stimolante, soprattutto per noi che siamo un po’ appassionati del genere soprannaturale, ma le manca qualcosa. Manca uno stile di scrittura adatto a sostenerla: ripetizioni, descrizioni poco accurate, linguaggio un po’ banale. Alcuni scrittori hanno fatto della brevità la loro arte (Kafka e Siije sono due esempi lampanti), ma Matheson purtroppo fallisce. Il tema risulta, a nostro parere, essere trattato superficialmente, l’introspezione del personaggio manca di realismo, il problema è che il personaggio non è mai realmente solo. E’ sempre circondato da esseri umani vivi in qualche maniera. Nella “Nube purpurea” Shiel compie invece un ottimo lavoro da questo punto di vista.La trami in fin dei conti attira, alcuni colpi di scena riescono a stupire, è ravvivano un po’ il ritmo del romanzo.La mia compagna non si riscontra nel protagonista, io ho trovato invece interessante l’idea di un uomo completamente solo sulla terra, e ho provato ad immedesimarmi.Il libro, insomma, si può anche consigliare agli appasionati del genere, senza però prospettare la nuova Ann Rice.
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