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I B, Liceo Ginnasio Galvani, Bologna
Il titolo del libro porta a pensare che esso sia un giallo un po' diverso dagli altri. Tuttavia questo romanzo ci ha colpiti perché è un viaggio straordinario attraverso i veri sentimenti, le ansie e le paure di un ragazzo autistico nonché attraverso le ripercussioni sociali che un disturbo del genere inevitabilmente apporta. Christopher, il protagonista, paragona il proprio cervello a un computer: nei momenti di crisi, nel suo "hard-disk" mentale vengono accumulate troppe informazioni e la macchina (a cui lui si paragona) va in tilt dando luogo a reazioni inaspettate. Attraverso la narrazione sono emersi anche altri aspetti della sua mentalità che ci hanno molto sorpreso, come l’umore di una giornata calcolato in base al colore delle macchine che passano in strada, oppure la rapida memorizzazione di difficili formule matematiche.
In questo libro abbiamo anche apprezzato gli altri personaggi che hanno un ruolo molto importante nello svolgersi della storia. Il più significativo è stato, secondo noi, il padre di Christopher che, pur essendo molto facile all’ira, dimostra nei confronti del figlio un grande amore, anche se al termine del romanzo ci siamo domandati se abbia voluto nascondere la moglie a se stesso, cioè per dimenticarla, oppure se abbia voluto tenere segreta la fuga della donna per il bene del ragazzo.
Anche la madre, comunque, ama il figlio ma, a nostro parere, è più che altro un amore distaccato, quasi egoista.
È un libro piacevole da leggere per la storia, che rispecchia, in un certo senso, un romanzo giallo, ma è anche e soprattutto un libro che fa riflettere sulle tematiche affrontate. La sintassi è abbastanza semplice così come il linguaggio, che non è molto ricercato. Durante la lettura ci sono molto piaciuti gli schemi e i disegni con i quali lo scrittore si aiuta a far comprendere meglio la complessa mentalità matematica di Christopher. Abbiamo trovato molto gradevoli anche i numeri dei capitoli, che sono tutti numeri primi.
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