Joseph Sheridan Le Fanu
Carmilla
Milano: Mondadori, 1998
Puoi aggiungere commenti nell'edizione corrente. Cercala qui.
2A, Liceo Scientifico A. Righi, Bologna
Cosa mi è piaciuto e perché (personaggi, situazioni, stile...)
Di questo romanzo ho apprezzato l'acuto gioco di parole che vede come protagonista l'affascinante e misteriosa Carmilla. Nel racconto compaiono infatti anche la perfida Mircalla e la contessa Millarca: entrambi anagrammi del nome Carmilla. L'anagramma produce un effetto inquietante nella lettura: infatti, inizialmente non avevo intuito il gioco di parole, anche se avevo una "strana" sensazione, ma in seguito, notando l'estrema ambiguità , il mistero si è sciolto e ha rivelato che le tre misteriose donne sono in realtà la stessa persona.
Non mi è piaciuto per niente lo stile con cui è scritta la storia: veloce, dispersivo, senza una logica precisa. I dialoghi sono assurdi, irrazionali, troppo antiquati e monotoni. La storia è affascinante, ma il mio interesse è stato notevolmente affievolito a causa dello stile.
Il romanzo, a mio parere, necessita di una colonna sonora a volte inquietante, altre volte triste: vi sono infatti periodi di dubbi profondi e avvenimenti sconvolgenti, che scandirei con "Welcome To My Truth" di Anastacia, mentre per quanto riguarda il periodo in cui Laura perde le sue forze, ho scelto "Halleluja" di Rufus Wainwright. E' una canzone lenta che mi fa pensare ad un lungo periodo di noia, solitudine e affievolimento dello spirito, come quello della ragazza.
Consiglio questo breve ed intenso romanzo agli amanti dell'horror, del brivido, della paura, della suspense. Anche se non ho apprezzato la modalità di scrittura, riconosco che la storia è intrigante e coinvolgente, e sarebbe apprezzata sicuramente dai lettori, ad esempio, del grande "Re" degli horror, Stephen King.
A mio parere, in questa storia non vi è un eroe. Carmilla è la "cattiva": la ragazza ambigua e sottilmente perversa che confonde e stordisce Laura con la sua sensualità assolutamente enfatizzata. Laura invece subisce l'attacco della coetanea, non lotta e non si ribella per scoprire la verità , ma viene completamente assorbita dalla stranezza eccitante di Carmilla.
Leggendo questo libro, mi sono venuti in mente alcuni quadri espressionisti: questa corrente artistica nata all'inizio del Novecento era caratterizzata dall'uso di colori puri e molto violenti, accostati tra loro per produrre un effetto di contrasto e stridore. Una caratteristica dell'Espressionismo era quella di dipingere le figure umane deformate: l'uomo diventava un "mostro", un "essere inguardabile che incuteva terrore". Anche Carmilla è un mostro, perchè è un vampiro, e sotto la sua sensuale bellezza si nasconde una terribile belva. In particolare, questa storia l'ho collegata a "L'urlo" di Edvard Munch, che ha ritratto un uomo come se fosse una larva umana, nell'atto di gridare.
Inoltre non ho apprezzato l'ossessione di Carmilla nei confronti di Laura: essa è troppo macabra e ambigua, assurda, anche se in seguito motivata dalla vera natura di Carmilla.
Infine, i personaggi a mio parere non sono interessanti, sono privi di carisma e carattere, tranne Carmilla, che costituisce il perno di tutta la vicenda: nè Laura, nè suo padre mi hanno interessato, perchè a mio parere sono personaggi noiosi. Essi sono, ad esempio, andati ad abitare in un grande castello isolato, contribuendo così ad annoiarsi e a costruire intorno a loro un'aura di monotonia e costante sonnolenza.
Infine il padre di Laura è un uomo in apparenza cordiale e buono, ma in realtà , a mio parere, fragile e disperato.
Dunque, credo che nessuno di questi personaggi abbia coperto il ruolo, all'interno della storia, dell'Eroe.
o che collegherei a questo libro e perché
Rhuna
voto: Così così