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5B, Liceo Ginnasio Galvani, Bologna
Cosa mi è piaciuto e perché (personaggi, situazioni, stile...)
È stato un libro molto interessante. Art Spiegelman ha avuto una brillante idea trattando la tragica storia dell'olocausto con un romanzo fatto a fumetto; non ne avevo mai letti prima e questo è stato un buon imput. Mi ha inoltre colpito la scelta di impersonificare diversamente i protagonisti della storia: i topi per gli ebrei, i gatti come tedeschi e i maiali per gli austriaci. Tutto è raccontato in modo molto appassionante: sia per quanto riguarda le vicende di Vladek e Anja durante la guerra che per la storia di Artie e suo padre.
Il libro a parer mio è scritto, e in questo caso anche disegnato, in modo molto coinvolgente. L'unica cosa che mi ha un po' infastidito durante la lettura è l’accento polacco con cui parlano i protagonisti della storia.
Nulla può essere di sottofondo a una tale vicenda, nessuna musica e nessun rumore, solamente un rigoroso silenzio avvolto da una freddezza formale.
Assolutamente a tutti, tutti coloro che si sentono di "fare un salto indietro" e che vogliono provare un minimo, nel loro piccolo, a diventare partecipi di un mondo vicino ma che oggi sembra tanto lontano e che è importante non dimenticare per far si che non possa tornare.
Vladek Spiegelman da giovane è un uomo che affronta la guerra cercando in ogni modo di resistervi. Riesce ad adattarsi a tutto quello che gli capita e prova un forte amore per la debole moglie Anja che aiuta in ogni modo, mettendo anche a rischio la propria vita. Nella vecchiaia nonostante l'età trova la forza per raccontare la sua storia al figlio.
La vita è bella di benigni.
o che collegherei a questo libro e perché
Arturo Sigismondi
voto: Discreto