Stephen King
Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank in Stagioni diverse
Sperling & Kupfer
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2Acat, ITCG Cuppari, Jesi (AN)
Cosa mi è piaciuto e perché (personaggi, situazioni, stile...)
La cosa che ho amato di più del libro è stato il personaggio di Andy Dufrense, il quale, arrivato nel carcere di massima sicurezza di Shawshank nel 1947 come la maggior parte dei detenuti si dichiara innocente. Grazie al suo carattere e al suo modo di fare sempre composto e intelligente, in qualche modo, sfruttando la sua intelligenza fuori dal comune, sarebbe riuscito a tirarsi fuori dai guai, magari escogitando fughe pianificate nei minimi dettagli. La cosa che mi ha colpito di più, è stata la sua forza, quella stessa forza che non gli ha mai fatto smettere di sperare e di sognare una vita come aveva sempre desiderato e che alla fine ha ottenuto, guadagnandosela e soprattutto non smettendo mai di sognare.
L’unica cosa che non ho apprezzato, sono le scene con ‘le sorelle’, che presentano descrizioni molto forti e pungenti, sulla cruda verità di ciò che succede nelle carceri, con particolari che avrei preferito non leggere e che sarebbero stati comunque immaginati dal lettore.
La canzone che metterei come colonna sonora di questo libro sarebbe senza dubbio Sail-Awolnation, non tanto per il significato del testo, ma quanto per il ritmo e la stessa voce dell’artista che all’inizio è più tranquilla, per poi diventare quasi frenetica e finire infine trionfalmente, con le tre fasi che vive il protagonista Andy Dufrense nel corso del racconto.
Lo consiglierei a tutti, essendo questo un libro che fa riflettere molto sulla situazione delle carceri e soprattutto per la sua morale : ‘Mai perdere la speranza!’.
Non mi ha fatto ricordare nessun film o libro simile, perché secondo me questo racconto è unico nel suo genere e non lo paragonerei ad altri, anche per non ‘sminuirlo’.
o che collegherei a questo libro e perché
Francesco.cat2
voto: Va nella biblioteca ideale