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1G, Liceo Classico Galvani, Bologna
Cosa mi è piaciuto e perché (personaggi, situazioni, stile...)
La trama è sicuramente avvincente: i segreti che i ragazzi di Stoneygate condividono incontrandosi nelle viscere dell'antica miniera, le storie di paura e dei fantasmi che si aggirano in quei luoghi bui e solitari e, soprattutto, il gioco della morte, mi hanno coinvolto a tal punto da immedesimarmi totalmente nella lettura e quasi nella condivisione di quelle esperienze.
Non è molto sviluppata la parte del racconto in cui si descrive la breve vita vissuta dai personaggi dopo la morte, in una realtà che non è più quella quotidiana. Mi sarei invece aspettata che lo scrittore si fosse soffermato maggiormente nel descrivere esperienze e stati d'animo vissuti e provati dai ragazzi in quella diversa dimensione. Non si riesce quindi a comprendere in che cosa consista il cosiddetto "aldilà ". Forse l'autore ha voluto proprio accentuare questo aspetto di mistero, lasciando a ciascuno di noi la fantasia di immaginare ciò che c'è dopo la morte.
Una volta ho ascoltato un vecchio brano dei Pink Floid intitolato "Shine on you crazy diamond". Mi sembra la giusta colonna sonora per dare risalto all'atmosfera cupa e di mistero del racconto. Ascoltando i primi minuti del lungo brano sembra quasi vedere Kit e i suoi compagni scendere di nascosto nella miniera.
Penso che "Il grande gioco" possa piacere veramente a tutti perché è un mix di avventura, fantasia, mistero, ma anche con spunti di riflessione.
"Non è niente - mi dicevo - è solo un gioco. Nient'altro che un gioco"...
Leggendo questo libro mi è venuto in mente il film "L'attimo fuggente"ed in particolare la scena in cui i ragazzi di una classe di un college americano si incontrano di nascosto la notte per recitare brani di poesie. Mi sembra di aver rivissuto quella stessa atmosfera misteriosa e magica vissuta da un gruppo di adolescenti.
E' un romanzo d'avventura con elementi tipici del racconto fantastico; pur essendo centrato sul tema della morte e presentando degli aspetti macabri (la discesa nella miniera, le fasi del gioco con la scelta del ragazzo predestinato a morire), non si può secondo me definire "il grande gioco" come un racconto dell'orrore. Al contrario, attraverso le parole e i comportamenti dei protagonisti, la morte diventa quasi un elemento naturale e viene vissuta appunto come un gioco.
Lo stile è semplice e scorrevole e, nelle fasi dI maggiore suspense, particolarmente incalzante.
Dissi a me stesso che anch' io avrei saputo stare al gioco e fare finta, come Allie. Askew mi mise davanti alla faccia la lama scintillante del coltello
"Ti distacchi da questa vita?" "Mi distacco da questa vita" "Desideri davvero morire?" "Desidero davvero morire"
Askew, allora, mi appoggiò una mano sulla spalla e mi attirò vicino a sé. Non riuscivo a vedere altro che i suoi occhi. Non sentivo altro che la sua voce.
"Questo non è un gioco - bisbigliò piano, pianissimo. - Morirai davvero. Tutto quello che vedi e che sai scomparirà . E sarà la fine. Tu non esisterai più.
Con le dita mi chiuse gli occhi. "Ecco la Morte" disse solennemente.
o che collegherei a questo libro e perché
ilaria_ruggia
voto: Va nella biblioteca ideale