Beppe Fenoglio
I ventitre giorni della cittĂ di Alba
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1F, Liceo Scientifico Copernico, Bologna
Cosa mi è piaciuto e perché (personaggi, situazioni, stile...)
Conoscere le cose che non si leggono sui libri di storia riguardo la vita in un periodo difficile della vita del nostro Paese: la lotta dei partigiani, la Resistenza per liberare l’Italia dal fascismo, scritta da chi quell’esperienza l’ha vissuta combattendo nelle Langhe, vicino a casa eppure così lontano dai suoi cari e dagli affetti delle persone.
Non mi è piaciuta la raccolta di racconti, perché interrompe quella tensione propria del racconto unico che ti invita a leggere pagina dopo pagina.
Ho ascoltato di recente un brano di Strauss, “Così parlò Zarathustra”, e mi è sembrato molto adatto soprattutto al racconto che più mi è piaciuto, “Ettore va al lavoro”, perché, proprio come lo scritto, parla al cuore.
Lo consiglio a chi vuole conoscere gli anni difficili e pericolosi della lotta contro il fascismo direttamente dalla voce di un protagonista che ha vissuto il periodo della Resistenza. Perché è importante non dimenticare quegli anni e il sacrificio di tante persone: grazie a loro viviamo in un Paese libero dove tutti possono esprimere le propri opinioni.
“Pigliati un po’ di giornali e mettili bene sullo stomaco. Fa freddo a viaggiare”, in cui si avverte tutto l’affetto di una madre per il figlio, anche se Ettore dovrà … guidare un camion.
Mi è capitato di vedere una parte del film “Roma città aperta”: credo che sia un film che rispecchia bene la vita difficile di quegli anni.
o che collegherei a questo libro e perché
Alberto
voto: Molto bello