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2P, Liceo Classico Galvani, Bologna
Cosa mi è piaciuto e perché (personaggi, situazioni, stile...)
Il libro mi ha catturato sin dalle prime pagine per le vicende raccontate, per le descrizioni dei personaggi, in particolare quella di Jan, personaggio in cui mi sono totalmente immedesimato, e infine per lo stile particolare dell'autore che alterna i punti di vista e il narratore e inserisce citazioni, permettendo di approfondire ancor di più la conoscenza delle personalità dei protagonisti. Mi ha colpito positivamente il realismo della narrazione.
Di questo romanzo mi è piaciuto tutto, anche grazie al realismo con cui scrive l'autore.
Non credo ci sia una canzone che possa prendere le parti di colonna sonora di "Quando eravamo in tre". Il libro piace perché è un insieme di personaggi precisamente caratterizzati, azioni ed emozioni forti che non sono esprimibili contemporaneamente in una sola canzone. Ci sono pezzi che trasmettono le stesse emozioni, o si potrebbe scrivere un testo che riassuma le vicende del romanzo o approfondisca le personalità di Jan, Tess o Adam, ma non potrà mai accompagnare degnamente questo libro.
Consiglio "Quando eravamo in tre" a tutti i ragazzi che nel periodo dell'adolescenza si sentono confusi, persi e impauriti dalla crescita e dal cambiamento.
"Non volevo più fare la parte del figlio, dello studente, dell’amico o, se è per questo, neanche dell’innamorato. Volevo soltanto esistere. Ed essere me stesso."
Leggendo questo libro mi è venuto in mente il classico di J.D. Salinger "Il giovane Holden" in cui il protagonista fugge dalla sua vita per la paura di crescere: così avviene anche per Piers, soprannominato Jan.
o che collegherei a questo libro e perché
Simone
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