Beppe Fenoglio
Una questione privata
Torino: Einaudi, 2005
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2D, Liceo P. Levi di Montebelluna, Treviso
Cosa mi è piaciuto e perché (personaggi, situazioni, stile...)
La trama di questo libro è di per sé molto semplice e coinvolge un solo personaggio: il partigiano badogliano Milton. Questi, recatosi nei luoghi che hanno visto nascere il suo amore per la giovane torinese Fulvia, viene a conoscenza della relazione esistente fra la ragazza ed il suo amico Giorgio, anch’egli partigiano. Da questo momento, il tempo sarà scandito dalla ricerca, da parte del protagonista, sia dell’amico, che della verità sulla sua relazione con Fulvia. Molto particolare è la descrizione della testardaggine e della determinazione del protagonista. La ricerca lo porterà a tentare imprese disperate, a privarsi del sonno, a valicare nere colline battute incessantemente dalla pioggia. All’interno di questa semplice struttura, ciò che più mi è piaciuto nello stile dell’autore è l’utilizzo molto frequente del flash-back, dove riesce ad accumulare, nelle poche pagine di questo romanzo, una quantità impressionante di azioni, le quali si distinguono per l’intensità con cui vengono raccontate e per l’importanza che assumono all’interno della narrazione. Alla base della disperata ricerca del giovane partigiano non c’è propriamente l’amore nei confronti di Fulvia, peraltro sempre assente, ma il sentimento, la certezza di non essere stato e di non essersi ingannato. La bravura dell’autore si nota molto bene nel finale dove, in poche pagine, riesce a risolvere la situazione in modo molto dettagliato e originale. La corsa finale, bellissima, assomiglia ad uno straordinario, ultimo tentativo di dare un senso alla propria esperienza umana, tentativo tutto interno al mondo della scrittura, che si esprime in una corsa inarrestabile, come le parole che l’accompagnano, destinata a finire. Il viaggio compiuto dal protagonista si tramuta quindi in una vera e propria lotta al fine di portare a termine il proprio vagare; lotta contro la natura che aleggia sul protagonista sempre più solo e folle nell’ ansia di conoscere un segreto che nessuno può apprendere. Un segreto che la bellezza tutta letteraria del finale riesce solo a sfiorare. «Come entrò sotto gli alberi, questi parvero serrare e far muro e a un metro da quel muro crollò».
Il libro è stato tutto molto interessante. Non ci sono parti che possono risultare pesanti o poco chiare.
Le musiche che assocerei a questo libro sono delle canzoni partigiane.
Questo libro lo consiglio a coloro che hanno vissuto in prima persona la vita di partigiano; a coloro che non si rendono conto di come siano stati importanti i partigiani per il nostro stato. Lo dedico anche a coloro che cercano sempre di fuggire per fargli capire che prima o poi la loro corsa deve finire nel bene o nel male.
Il protagonista lo paragono ad Ulisse nell’Odissea; come lui ha viaggiato per scoprire un segreto, una verità , affrontando pericoli e incontrando insidie nel suo cammino. Non si è arreso.
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o che collegherei a questo libro e perché
Manzo
voto: Va nella biblioteca ideale