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1i, Liceo Classico Galvani, Bologna
Cosa mi è piaciuto e perché (personaggi, situazioni, stile...)
Mi piace lo stile di King, duro e crudo, non gira attorno alle cose, te le fa vedere per quello che sono. In particolare, in questo libro, mette a nudo le paure adolescenziali. Quella che per me emerge più di tutte è la paura di avere paura, contraddittorio? I ragazzi non vorrebbero mai provare questo sentimento, perchè li mostrerebbe deboli a se stessi e agli altri, delle "femminucce", come si ripete spesso nel libro.
Mi è sembrata esagerata la situazione familiare dei quattro giovani. Difatti hanno tutti drammatici problemi in famiglia, a partire dal protagonista che si definisce "invisibile", in quanto da quando è morto il fratello maggiore (fonte di orgoglio per i genitori) a lui pare di non esistere. Gli altri hanno situazioni non meno difficili: padri alcolizzati o pazzi, fratelli maneschi e gravi problemi economici.
Come colonna sonora del film metterei "Io vagabondo" dei Nomadi, perchè secondo me il testo riprende esattamente lo stato d'animo del protagonista. In particolare la strofa che dice: "poi, una notte di settembre mi svegliai, il vento sulla pelle, sul mio corpo il chiarore delle stelle; chissà dov'era casa mia e quel bambino che giocava in un cortile..."
Consiglio questo libro alla persone esageratamente agiate, che possono avere tutto con una semplice richiesta, perchè possano capire cosa vuol dire "sudarsi" la vita, ma anche a tutti quelli che hanno voglia di leggere un bel libro perchè merita davvero.
La frase che ha colto nel segno è stata: "qualcuno va a fondo, ecco tutto", perchè è terribilmente vero: nella vita bisogna farsi strada altrimenti si resta lì e quando cresci non c'è più la mamma ad imboccarti. Più di ogni altra parola mi ha colpito quel "ecco tutto", perchè la nostra vita gira attorno a ciò che siamo e se non siamo niente la nostra vita è vuota, ecco tutto.
Riflettendo sui significati della storia, il libro mi ha riportato alla mente gli argomenti trattati in epica da poco, ad esempio l'Iliade e come ho detto prima la frase di Achille riguardante l'amarezza. Infatti anche nel poema omerico si legge una visione amara del mondo, con la differenza che non è l'uomo a dover cercare di emergere, ma è già tutto deciso dal momento in cui si viene al mondo e che nulla si può contro il destino.
Trovò però che questo modo di "esagerare" di King sia comunque una maniera per sottolineare l'amarezza che regna sovrana sulla terra, un po' come dice Achille nell'Iliade: "Gli uomini sono destinati a vivere nell'amarezza"
o che collegherei a questo libro e perché
Mavi
voto: Va nella biblioteca ideale