John Steinbeck
Uomini e topi
Milano: Tascabili Bompiani, 2005
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1H, Liceo Ginnasio Galvani, Bologna
Cosa mi è piaciuto e perché (personaggi, situazioni, stile...)
“Uomini e topi†è una storia di sofferenza e disillusione, presentata al lettore in chiave essenziale, denudata da arricchimenti e descrizioni approfondite, secondo uno stile scarno ma dotato di eccezionale vigore narrativo. È sconvolgente come in uno schema di tre atti, con una trama semplicissima come questa, vocaboli essenziali, e centoventi pagine l’autore sia stato in grado di fornire una così ricca serie di personaggi, immagini e simbolismi. Come un pittore espressionista, con poche e misurate parole, fornisce importanti spunti per la riflessione ed argomenti di discussione, e provoca sentimenti contrastanti per ciascuna figura rappresentata.
Il difetto principale dell’opera è la brutalità , la durezza e il cinismo che emergono tra le righe. Il lettore, infatti, è travolto da una strana “brutalità narrativaâ€; gli eventi si susseguono come un’inevitabile sequenza, dando la sensazione che il destino dei protagonisti è già segnato dalle prime righe e che niente ne potrà cambiare il percorso.
La canzone che più si adatta a questo libro è la colonna sonora di “Philadelphiaâ€, tragico film. Essa perfettamente si adegua all’atmosfera tragica percepibile, anche se lontanamente, già dalle prime righe del romanzo e rintracciabile in questa canzone dai tratti malinconici.
Consiglio questo libro a tutti indistintamente. Ricavate due ore ( Quanto occorre per leggere un romanzo di questa dimensione) dalla vostra vita frenetica. Fatevi un piacere. L’unico consiglio che mi sento di dare, è se possibile, leggerlo in un periodo felice della vostra esistenza.
Georgie è un grande uomo che ha saputo essere coraggioso nelle sue scelte non sempre facili. Ha scelto di stare accanto a Lennie per quanto esso potesse pesare su di lui e sulle sue scelte, per quando esso alcune volte potesse essere un ostacolo nella realizzazione dei suoi progetti. Questo grande coraggio viene però a mancare alla fine, tradendo una grande insicurezza e paura. Credo sia più Georgie ad avere bisogno di Lennie, che il contrario, in quanto Lennie rappresenta una persona su cui sfogare quell’insicurezza e paura che lo tormentano, e sedare la profonda disperazione che lo affligge.
Sono molteplici i libri e le poesie che mi vengono in mente leggendo questo libro. Dentro il romanzo c’è un’intera epoca americana, comprende in altre parole molti modi di pensare e vedere il mondo ritrovabili in molte fonti. C’è la storia di Caino e Abele interpretate in chiave moderna. C’è la figura femminile -non a caso del tutto anonima- intesa come elemento catalizzante di sventure. Inoltre sono affrontati gli stessi temi che poi saranno sviluppati in “Furoreâ€, dello stesso autore, solo qui la dimensione è forse meno tragica (si fa per dire) in quanto i soggetti di “Furore†sono intere famiglie allo sbando.Forse la più interessante è una poesia che portai all’esame di quinta e che tutt’ora mi è rimasta impressa:
Molto piacevole questo aspetto anche perché descrizioni e arricchimenti avrebbero certo distolto l’attenzione del lettore dall’obbiettivo primario del libro cioè mettere in evidenza il sentimento che è la causa del disinganno sociale e della vana confidenza in un benessere irraggiungibile. Gli sfruttatori sono coloro cheâ€calcolano il male†per trarne profitto, le vittime sono coloro che devono arrendersi a questo calcolo e vivere come topi.
Un altro suo pregio è quello di non idealizzare le vittime come spesso si è portati a fare, e di presentarle nella loro reale natura. I due protagonisti infatti sono due poveracci, privi di senso morale che vivono quasi come animali, non sono santarelli, ma paradossalmente sono intimamente buoni. Rettitudine morale e bontà interiore evidentemente per l’autore non sono qualità sempre coincidenti.
o che collegherei a questo libro e perché
“...Topolino, non sei il solo
A comprovar che la previdenza può esser vana:
I migliori piani dei topi e degli uomini
Van spesso di traverso
E non ci lascian che dolore e pena
Invece della gioia promessa.â€
(Robert Burns - "A un topo, cui avevo distrutto il nido con l'aratro, novembre 1785â€)
…
sognod'oriente
voto: Molto bello