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1L, Liceo Scientifico Copernico, Bologna
Cosa mi è piaciuto e perché (personaggi, situazioni, stile...)
La cosa che più mi è piaciuta di questo libro è sia il modo in cui è strutturato questo racconto, cioè in una narrazione di secondo grado in cui il figlio Arthur narra, sottoforma di fumetto, la cruda ma reale storia del padre Vladek sopravissuto all'Olocausto, che a sua volta gliela ha raccontata; sia le descrizioni di ambientazioni e paesaggi che ti immedesimano nella storia e che ti rendono come protagonista del racconto. Questo libro, inoltre, è raccontato secondo una metafora dove gli ebrei sono topi, i nazisti gatti e gli alleati cani (cosa che in un primo momento colpisce ma che rende bene l'idea) e alterna tragedia e divertimento, brutalità e tenerezza con estrema semplicità e naturalezza, come se l'uno si intersecasse nell'altro anche se non hanno niente a che vedere. Mi ha colpito anche l'estrema precisione delle descrizioni e della narrazione reale nonchè brutale di questa terribile storia.
Ho trovato il libro molto impegnativo poichè ricco di nomi quasi tutti da memorizzare al fine di capire pienamente il racconto, anche se le conoscenze acquisite fino ad ora mi hanno notevolmente aiutato nel compito di memorizzare nomi e capire ambientazioni e luoghi.
La colonna sonora che darei a questo libro è "Me la caverò" di Max Pezzali che riprende in maniera perfetta i pensieri di Vladek durante e dopo la persecuzione, cioè la speranza di potersela cavare, di potercela fare a superare indenne la persecuzione o, anche se non completamente indenne, di potercela comunque fare a riprendersi dallo shock subito e dall'idea della morte di molti amici o parenti che ti passa continuamente per la testa, che ti tormenta inesorabilmente.
Consiglio questo libro a persone non troppo sensibili o che si fanno condizionare facilmente dalla brutalità e dalla cruda realtà di cui questo parla. Lo consiglio, invece, a persone che si interessano dell'Olocausto e che vogliono sapere, nella piena completezza dei fatti, ciò che è veramente successo a quei tempi o a quelli a cui piace farsi "portare" dalla storia e sentirsi protagonisti di questa, come se si vivesse in prima persona la persecuzione.
L'eroe della storia è Vladek, un ragazzo appena sposato, che deve subire, prima con la moglie e dopo, da solo, la persecuzione degli ariani nei confronti degli ebrei. Questo protagonista mi è sembrato molto coraggioso e fermo nelle decisioni nonchè saggio e riflessivo nei momenti difficili riguardanti sia la moglie che i figli, ma anche la sua stessa vita (si è messo a repentaglio per salvare la vita della famiglia, cosa che dovrebbe fare un qualunque padre di famiglia). Inoltre mi è parso caparbio, un uomo che si sa adattare alle condizioni esterne ed estreme del clima e dei vari luoghi in cui è stato deportato nonchè a un qualsiasi mestiere. Mi è sembrato anche furbo ma anche molto fortunato, come tutti quelli sopravissuti all'Olocausto. Nonostante questa fortuna, è anche sfortunato.
Sicuramente non è difficile trovare libri o film a cui collegare questo libro, dato che ce ne sono a migliaia. Comunque io ho scelto "Niente di nuovo sul fronte Occidentale" altro libro che narra non proprio dell'Olocausto ma delle condizioni dure in cui sia soldati che civili dovevano vivere a quei tempi, tema che questo libro riprende ampiamente mettendolo in relazioni alle condizioni attuali. Altro libro che mi è venuto in mente leggendo "Maus" è stato "I contrabbandieri" che narra del contrabbando di cibo o altri rifornimenti, cosa che succedeva frequentemente, se non quotidianamente, ai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Ovviamente non si possono dimenticare film quali "Shinderlist" o "La vita è bella" che trattano ampiamente nonchè realisticamente e in modo particolareggiato il tema della persecuzione.
o che collegherei a questo libro e perché
Ruggio
voto: Molto bello