Barbara Garlaschelli
Sirena
Milano: Salani, 2004
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1H, Liceo Ginnasio Galvani, Bologna
Cosa mi è piaciuto e perché (personaggi, situazioni, stile...)
Questo libro mi è piaciuto molto, è una bellissima testimonianza con cui l’autrice offre a tutti un'incredibile opportunità di crescita raccontando della sua tetraplegia e della sua battaglia per accettare il suo nuovo corpo. È un libro molto forte, in grado di sconvolgere profondamente una persona, infatti non si può guardare il mondo con gli stessi occhi dopo averlo letto. Non si riesce a fingere di non vedere: un posteggio riservato usurpato con indifferenza, una rampa di un marciapiede bloccata per non posteggiare pochi passi più in là e loro sono ovunque.
Nel libro mi è piaciuto tutto.
La musica che metterei come colonna sonora a questo libro è “Occhi di ragazza†di Gianni Morandi, non tanto per la tematica ma perché come Morandi vede tante cose negli occhi di quella ragazza, altrettanto si può vedere dietro agli occhi di Barbara. Una vita normale, perché in fondo la sua è una vita normale, forse siamo noi che dovremmo guardarci allo specchio, e capire che lei non ha bisogno di commiserazione, ma di uno sguardo sincero di ammirazione.
Lo consiglierei a tutti indistintamente, ma soprattutto a tutti coloro che hanno difficoltà a rapportarsi con il proprio corpo, a coloro che non capiscono quanto sono fortunati, e a coloro che non sanno vedere lontano, quelli a cui, quando si indica la luna, guardano il dito.
Barbara rende se stessa con una sconvolgente realtà , gridando la sua voglia di una vita normale. Dal libro esce l’immagine di una persona forte, che non si lascia piegare dalla realtà della vita, ma anzi la accetta con entusiasmo, sotto qualsiasi forma si presenti… anche quando è crudele come solo la vita sa essere.
È un libro molto coinvolgente che non sono riuscita a collegare a niente. Forse solo alle giornate in riviera che tutti noi abbiamo fatto con gli amici, i bambini che giocano, magari un pallone che scappa, la sabbia rovente , la crema solare e i tuffi; i tuffi dei ragazzi alla cieca dagli scogli o lanciati dagli amici. Quanti di voi da ragazzi non l’hanno mai fatto?
Dopo aver letto questo libro ci si rende conto che forse “povera bambina, perché capitano queste cose!!â€Ã¨ un frase del tutto superficiale. Spesso siamo noi i poverini che non riusciamo ad essere forti come loro.
La capacità dell’autrice di trasmettere con ironia e leggerezza la sua smisurata voglia di vivere arriva dentro come un uragano che con una pioggia scuote e risveglia i nostri sentimenti. Ci vuole coraggio per scrivere così.
Non ho apprezzato molto, però, le espressioni troppo crude che usa l’autrice per descrivere alcune situazioni di malattia. Sebbene positive per il fine narrativo usa infatti aggettivi troppo forti.
La storia deve essere raccontata così come è stata ed è nella verità , ma la protagonista riporta molti particolari troppo realistici che potrebbero essere tralasciati. Oserei dire che la freddezza nel raccontare la sua storia angoscia profondamente, a causa di questa spasmodica descrizione di ogni particolare, che rende la storia veramente reale e palpabile.
Ma forse proprio questa crudezza contribuisce alla forza del libro.
La sua voglia di vivere infatti lotterà dentro di lei finche non vincerà . È dolce e reale l’osservazione della graduale nascita di un particolare amore per il proprio corpo colpito, e di un’attenzione ai gesti, ai movimenti, considerati come una conquista, un dono.
Barbara in questo libro scrive se stessa, non certo perché desideri un amore che si basi sulla pietà , quanto perché nella pagina scritta pensa di poter comunicare più profondamente emozioni e sentimenti, riflessioni e paure che la rendono più intima alle persone che le sono vicine. L’elemento che maggiormente colpisce in questo intenso libro è la carca di affetti che ha sempre accompagnato Barbara anche i giorni più cupi.
o che collegherei a questo libro e perché
Tutti, qualche secondo in aria, il tempo di una risata e poi senti l’acqua e solo l’acqua fresca che ti avvolge, magari cadi e urli muovendo le gambe, correndo dietro all’amico irriverente che stava lì accanto a prenderti in giro. Quante volte! Quanti tuffi! E proprio uno di questi, questo apparentemente banale scherzo ha portato una spensierata sedicenne, protagonista di questo libro, in un tunnel.
sogno d'oriente
voto: Va nella biblioteca ideale