Percy Bysshe Shelley
I ragazzi che amavano il vento
Milano: Feltrinelli, 1997
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2H, Liceo Ginnasio Galvani, Bologna
Cosa mi è piaciuto e perché (personaggi, situazioni, stile...)
“I ragazzi che amavano il vento†raccoglie alcune delle poesie dei più grandi poeti del secondo romanticismo inglese: Percey Bysshe Shelley, John Keats e George Gordon Byron. L’amore per l’Italia e per le bellezze e i misteri della natura accomunano questi tre uomini così diversi tra loro. Shelley, l’eccitabile ragazzo assetato d’amore; con lui il poeta si fa testimone dello strazio individuale e dell’umile desiderio di risalita alle correnti del cielo. Le poesie di Shelley parlano del vento, del volo dell’allodola, dell’anima aerea del mondo, mentre l’acqua rappresenta un luogo di sosta, un purgatorio da cui fuggire volando.
La scoperta dei tre poeti, che come fuggiaschi dal mondo reale vivono la “bellezzaâ€, della loro natura libera come aria e forte come vento, delle loro poesie e passioni mi ha affascinato molto, non ho trovato nulla di sgradevole nella lettura della raccolta.
Imparare del vento, Tiromancino
Consiglio “I ragazzi che amavano il vento†non solo agli appassionati della poesia romantica o dei tre peti, ma anche a coloro che come me amano viaggiare con l’immaginazione alla scoperta di nuove emozioni.
In questa raccolta, l’eroe è colui che desidera, che ama, che vive. L’eroe è Keats, caduto nel mondo come uno straniero, la cui personalità è fatta di una mistura di opposti. È Shelley, sogno di leggerezza rimbalzante, di un’aerea levità capace di sfidare l’affogamento di ogni esistenza lapidea o respirante. L’eroe è Byron, che disegna la vita come una galoppata oceanica, una scorribanda ventosa, un viaggio privo di meta.
“L’attimo fuggente†(film, regia Peter Weir): la bruciante passione per la vita e per la poesia; il sogno d’immortalità che sboccia dalle parole del poeta.
Secondo Byron, il più grande poeta eroicomico italiano di lingua inglese, la poesia è “l’espressione di uno stato di eccitamento passionale, ma nono esiste un’intera vita di passione, così come non si può avere un continuo terremoto, o una febbre eternaâ€. Come Shelley, Byron si trasferisce in Italia chiamato dal mito, spinto da un potente impulso dell’anima, da una necessità che lo trascina come vento. In lui, l’umorismo maschera le debolezze umane della compassione e dell’amore e, a differenza di Shelley, per Byron l’acqua e il nuoto rappresentano l’energia, la forza che lo sprona alla sfida con la vita. Byron è l’unico dei tre poeti che non consideri tragica la sua missione, l’unico che “insomma, io amo tutto e ogni cosaâ€.
Mentre Byron e Shelley seguono le loro passioni tra le bellezze italiane, Keats vive in Italia la sua ossessione di una morte prematura. Emotivamente fragile, Keats pensa al poeta come all’“essere meno poetico del creatoâ€, perennemente alla ricerca di altre cose o forme in cui immedesimarsi . secondo lui, infatti, la più alta dote che un poeta possa conseguire è l’immedesimazione, l’annullamento di ogni altra identità : insomma, “uno il cui nome è scritto sull’acquaâ€. Mentre Keats convive con la malattia, gli altri due venerano il vento come una divinità spietata ma infine buona, amano le nuvole e la natura misteriosa del cielo. Solo loro, cacciatori di bellezze e mistero come Colombo e Marco Polo, potevano dimostrare che la poesia può narrare, fondare i suoi miti nel presente e interrogare il passato; ci riuscirono, perché uno sapeva vivere e nuotare, l’altro guardare e desiderare.
o che collegherei a questo libro e perché
voto: Va nella biblioteca ideale