Il libro mi è piaciuto davvero molto perchè avvincente e interessante.Il libro è davvero scritto molto bene, con un inizio lento che porta fuori strada il lettore, facendolo rimanere con il fiato sospeso fino all'ultimo.I personaggi sono ben descritti e molto particolari, con ognuno le proprie caratteristiche e difetti.Il libro è stato anche interessante perchè tratta una parte della storia italiana a me cara.

In generale non c'è niente che non mi è piaciuto, è davvero un libro scritto perfettamente.

Non mi è venuta in mente nessuna canzone in particolare, ma sceglierei musica degli anni '80, gli anni in cui è ambientato il libro.

lo consiglio a tutti coloro che amano i racconti gialli.

\"Se vi capitasse di sentir suonare alla porta e,andando ad aprire, vi trovaste davanti Sarti Antonio che vi consegna il cartoccio del pane, non state a fare tante storie e dite:
-Come mai?Venga dentro a prendere il caffè...
-E così via.
Prendete il pane che vi porge, ringraziatelo con un sorriso e richiudete la porta\"

Sinceramente non mi è venuto in mente niente

A me è piaciuto molto perché la lettura è molto scorrevole, infatti l'autore usa parole comuni ad eccezione di qualche vocabolo e poi anche perché il libro è molto chiaro ed esplicito poiché l'autore non si perde in descrizioni lunghe e soggettive su diversi luoghi e personaggi

Il finale non mi è piaciuto molto in quanto lascia molto a desiderare poiché non è chiaro ed esplicito chi sia l'assassino

Leggendo il libro non mi è venuto in mente un brano musicale in particolare, ma credo che un brano anni 70/80 sarebbe perfetto.

Lo consiglio a tutte le persone che amano il genere giallo/noir

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Leggendo il libro non mi è venuto in mente nessun fumetto o film che collegherei a questo libro anche perché credo che Antonio Sarti sia un personaggio unico.

mi è piaciuto il periodo storico in cui è ambientato,un periodo molto importante per l'italia.

non mi è paciuto il finale aperto,avrei preferito che fosse esplicitato il nome del colpevole.

mi vengono in mente delle canzoni anni sessanta di cantautori italiani.

consiglio questo libro a tutti gli amanti del giallo.

non ci sono frasi che mi hanno colpito in particolare

non riesco a paragonarlo a nessunaltra opera perchè credo che Sarti sia unico nel suo genere

Mi è piaciuto molto lo stile dello scrittore in cui il narratore non è altro che un’ombra, e un collega di Sarti Antonio, e del quale racconta le azioni. Tutto ciò l’ho trovato originale non avendo mai letto un libro simile a questo, scritto in questa tal maniera.

Non ho stimato particolarmente la ripetizione costante dei nomi dei personaggio, ad esempio in un dialogo dove sono presenti cinque battute si verificano le stesse denominazioni per lo stesso personaggio costantemente. Riconosco che sia un metodo innovativo e fuori dal comune, ma personalmente l’ho trovato piuttosto noioso.

Non saprei abbinare un tipo di musica a tutto il racconto, ma ci sono alcuni punti ad esempio quando avviene la ricerca dell'impostore a tarda notte mentre il sergente pensa, a cui potrei abbinare alcune canzoni metal, anche per via del loro significato, dato che questo tipo di musica è forte.

A un gruppo di persone che ama le storie gialle un pò complicate e dove quindi bisogna ragionarci un pò sopra ma soprattutto a coloro che amano i finali che ti lasciano un ampio spazio all'immaginazione.

“Se non ci conoscete guardateci dall'alto: noi siam le calze nere del battaglion d'assalto"

Un film che collegherei a questo libro è "L'uomo che verrà" di Giogio Diritti, che affronta il tema degli eccidi nazisti durante la guerra di resistenza. Infatti è ambientato, proprio come il racconto di Macchiavelli, in provincia di Bologna.

Mi è piaciuto Sarti Antonio, perchè ha una personalità strana e insolita, alterna momenti di felicità ad altri in cui è intrattabile e dispotico. Mi è piaciuto anche il personaggio di Rosas, studente fuori dalle righe e dotato di un enorme intuito e molta intelligenza. La descrizione dei luoghi e dei paesaggi è molto accurata ma senza risultare noiosa o ripetitiva, Macchiavelli dipinge con aggettivi appropriati lo scenario del suo racconto. Un'altra cos che ho trovato interessante è la scelta di non dire esplicitamente il nome del colpevole alla fine del romanzo.

Sinceramente non c'è nulla che non mi sia piaciuto di questo libro, poichè tutti i personaggi hanno una personalità ben definita e hanno tutti caratteristiche diverse e mai banali. La narrazione non è mai lenta o noiosa.

Alternerei canzoni dei Beatles ad alcune con più suspense, perchè in questo libro ci sono momenti più allegri e altri con più tensione o mistero.

Alle persone che hanno voglia di una soria di omicidi che lascia sempre col fiato sospeso, fino alla fine.

Non ricordo la frase esatta, ma comunque i momenti in cui Sarti Antonio accetta un caffè offertogli da qualcuno ma alla condizione di prepararselo da solo.

Non mi sono venute in mente cose a cui collegare questo libro.

mi è piaciuto molto Rosas, il ragazzo che aiuto il sergente bolognese a risolvere il caso.
Rosas è un tipo strano perchè per tutto lo sviluppo della storia lui agisce in un determinato modo come se sapesse già tutto e quindi si rende molto utile al sergente; all'inizio mi è sembrato un tipo un pò macabro perchè era molto strano il suo modo di fare ma poi andando avanti ho capito che è un personaggio fatto così di carattere.

non mi è piaciuto il finale perchè non è molto chiaro e ti lascia un pò a mezz'aria.
uno da un libro giallo o comunque con un omicidio come in questo caso si aspetta un finale aperto che spiega in modo dettagliato e in modo riassuntivo tutta la vicenda con l'aggiunta del colpevole mentre in questo libro ti lascia un enorme punto interrogativo.

come genere sicuramente il rock perchè come libro ha un ritmo da canzone rock ma in particolare mi vengono in mente i green day.

a un gruppo di persone che ama le storie gialle un pò intrecciate e quindi dove bisogna un pò ragionarci sopra ma soprattutto a coloro che amano i finali che ti lasciano un ampio spazio all'immaginazione.

in questo libro non ho trovato una frase in particolare che mi ha colpito.

un altro libro che secondo me si può avvicinare molto a questo è "la sposa in nero" che era nella lista dei libri del progetto xanadu dell'anno scorso.

Il libro è molto carino scritto veramente bene. Il fatto che lo scrittore occupi molto tempo nella descrizione dei personaggi e che sia lento nell'arrivare alla conclusione della vicenda, lascia molto il lettore con il fiato sospeso. Mi è piaciuto molto l'ambietazione, cioè gli anni 80 e in parte tutta la storia legata alla nostra nazione (seconda guerra mondiale e resistenza).

Il libro è molto carino,in realtà non c'è nulla che non mi sia piaciuto.

una musica che lasci il fiato sospeso che crei "suspance".

A tutti gli appassionati di gialli

...fra tre minuti è qui! Vedrai che sarai soddisfatto: fra tre minuti è qui. Morbida come il pelo di un gatto...

le serie televisive inerenti a commissari e ispettori di successo.

mi e' piaciuto il modo del narratore di utilizzare ogni volta il nome dei personaggi prima delle loro entrate in scena o dei loro dicorsi, inoltre e' altrettanto piacevole il modo in cui il narratore interferisce nella storia con i suoi commenti e considerazioni .

nel contesto non c'e' nulla in particolare che non mi sia piaciuto anche se la fine non e' del tutto chiara.

non saprei abbinare un tipo di musica a tutto il racconto, ma ci sono alcuni punti, come la ricerca dell'impostore a tarda notte mentre il sergente pensa, a cui potrei abbinare alcune canzoni metal,anche per via del loro significato.

a coloro a cui piace ragionare ed hanno pazienza di aspettare, soprattutto per quanto riguarda il finale che lascia spazio ad immaginazione.

non ho trovato frasi particolarmente significative.

io non adoro particolarmente i polizieschi, non saprei ricollegare libri a "fiori alla memoria", ma serie televisive ambientate a bologna come "coliandro"o addirittura "l'ispettore barnaby"inglese con simile svolgimento di tempi potrebbero essere ricollegate a questo libro.

Il libro mi è piaciuto in particolare per le descrizioni accurate dei personaggi e delle situazioni. Penso infatti che Macchiavelli sia riuscito a rendere il racconto interessante, grazie anche ai dettagli che mano a mano si presentano.

Non c'è nulla in particolare che non mi sia piaciuto...forse il finale aperto non mi ha soddisfatto pienamente.

Come stile musicale io attribuirei al libro, canzoni o ballate anni sessanta/settanta di autori italiani.
Nei momenti di souspance probabilmente qualche brano più forte melodicamente.

Bhè, lo consiglio di certo agli appasionati del giallo o noir. Ma anche a chi è appassionato alle vicende storiche che coinvolsero Bologna, negli anni della seconda guerra mondiale.

Non ho trovato una frase che mi ha colpito in particolare.

Collegherei al libro, il film " L'uomo che verrà", il quale, racconta le vicende della strage di Marzabotto, e degli eccidi nazisti, nella seconda guerra mondiale.

Di questo libro mi è piaciuta la caratterizzazione dei personaggi, infatti sono fuori dal comune e descritti accuratamente da Macchiavelli. Il personaggio che mi ha colpito di più è il sergente Sarti Antonio per il suo intuito e per la dinamicità della sua persona. Lo stile, invece, è lineare e semplice.

L'ambiente storico non è messo in evidenza ma soltanto utilizzato come sfondo.

Canzoni di cantautori degli anni 80.

Consiglio questo libro a chi è appassionato di gialli.

La sfortuna più grande è stata quella di venire assegnato all'ufficio dell'ispettore capo Raimondi Cesare. Tutto il resto è venuto dopo: la colite, l'inappetenza, lo stipendio sempre troppo corto, l'auto 28, l'agente Felice Cantoni, il desiderio di buttarsi dalle due torri invece che andare in servizio, le periodiche crisi sessuali, il desiderio di non sposarsi, il desiderio di sposarsi, una pistola in dotazione chiusa dentro un cassetto, sotto i fazzoletti e i calzini puliti, un caricatore ammuffito...

Non saprei proprio a cosa collegare questo romanzo.

In questo libro mi è piaciuto il personaggio di Sarti Antonio, il suo comportamento nel risolvere questo giallo. Inoltre a me piace questo genere di libro, perché sono sempre stato un appassionato di racconti Gialli. Mi piace anche lo stile che Loriano Macchiavelli utilizza per raccontare le vicende della guerra.

Del libro mi è piaciuto tutto. Non mi è piaciuto solo il finale dove non rivela chi sia stato a distruggere il cantiere del monumento dei caduti in costruzione e mi ha lasciato anche a me con il fiato sospeso.

Come colonna sonora a questo libro metterei la canzone della Banda Bassotti intitolata Bella Ciao, una canzone dedicata ai partigiani e per non dimenticare la grande guerra.

Lo consiglio a persone amanti del giallo, e soprattutto a persone che amano racconti di guerra.

La frase che mi è piaciuta di più è< Dobbiamo togliere di mezzo i due nidi di mitragliatrici tedesche che possono intralciare la loro avanzata. Vi dicono anche dove sono esattamente:conosco il posto. Domani notte sarà il nostro turno.>. qui l’atmosfera diventa cupa e la tensione sale.

Leggendo questo libro mi è venuto in mente il film "Una lunga domenica di passioni", regia di Jean-Pierre Jounet che parla della guerra da non dimenticare!

mi è piaciuto che il libro, essendo un giallo, trasmette curiosità e fa ragionare il lettore su come possa finire la storia e chi sia il responsabile dell'incendio.Altra cosa che ho molto apprezzato è stato il contesto storico che arricchisce e abbellisce ulteriormente il racconto, rendendolo persino più interessante.

di questo libro mi è piaciuto tutto, quindi non ho niente di particolare da segnalare.

metterei una musica calma e che lasciasse riflettere lo spettatore, facendo focalizzare tutta la sua attenzione sul racconto e i suoi particolari.

lo consiglio a chiunque perché lo giudico un libro molto bello ma sopratutto a chiunque abbia voglia di leggere e ami il genere giallo.

una delle frasi più belle e riflessive è "nessuno si salva per accusare.

io lo ricollegherei a "sherlock holmes" film tra azione e giallo.

mi è piaciuto Rosas un ragazzo che si rivelerà importante per le ricerche. Rosas è un tipo misterioso e strano che aiuta il sergente nella risoluzione del caso come se conoscesse gia chi fosse il colpevole e tutta la vicenda.

non mi è piaciuto il finale perchè non è molto chiaro e lascia molti dubbi mentre un libro giallo o per lo meno con all'interno della storia degli omicidi nel finale avrebbe dovuto spiegare chiaramente le vicende dei delitti e il colpevole.

leggendo questo libro non mi è venuta in mente una musica in particolare ma forse ci starebbe bene una canzone degli anni 70

lo consiglierei a persone che amano i gialli ma alle quali, allo stesso tempo, piace immaginare i finali con diverse varianti

non ho trovato una frase che mi ha colpito maggiormente

questo libro si puo associare a tutte quelle storie in cui si trovano sempre comodi colpevoli ma nelle quali grazie a quelli come Sarti si scopre la verità

Mi ha colpito molto la determinazione del protaganista (l'ispettore Sarti) che fa di tutto per venire a capo del mistero di Pieve del Pino. Un 'altra cosa da apprezzare è la lettura scorrevole e piacevole che questo libro offre.

Mi ha un po' deluso il finale...

Io attribuirei a questo libro una musica rock perchè le vicende sono sempre ricche di colpi di scena.

Qusto libro lo consiglio a tutte le persone che amano il mistero perchè questo libro ne è ricco.

"se non ci conoscete guardateci dall'alto: no siam le calze nere del battaglion d'assalto".

A me è venuto in mente Sherlock Holmes perchè anche lui,e l'ispettore Sarti hanno una cosa di cui non possono fare a meno:Sherlock Holmes non ragiona se non ha la sua pipa, invece l'ispettore Sarti non può stare tranquillo se non beve il suo caffè.

Mi ha sorpreso lo stile comico, pieno di ironia, usato dall'autore per raccontare un giallo sorprendente e pieno di colpi di scena.

Non ho trovato niente di sgradevole durante la lettura.

Sicuramente una colonna sonora che aumenti l'effetto di suspense come quelle che si sentono nei film polizieschi.

Lo consiglio soprattutto a chi piace il genere giallo, e gradisce farsi due risate durante la lettura.

La canzoncina che canta Golfarini Antillo all'inizio del libro:"Se non ci conoscete guardateci dall'alto: noi siam le calze nere del battaglion d'assalto".

Durante la lettura mi venivano in mente le strade e i palazzi di Bologna, luoghi dove si svolgevano molte vicende narrate nel libro.

MI è PIACIUTO IL PERSONAGGIO DI ROSAS, LO STUDENTE CHE ANTICIPA LA POLIZIA IN OGNI SUA MOSSA E CHE ARRIVA SEMPRE PER PRIMO ALLE SOLUZIONI.

NON MI è PIACIUTO IL FINALE PERCHè NON SI CAPISCE BENE CHI è IL COLPEVOLE E IN UN GIALLO è LA COSA PIù IMPORTANTE.
NON HO TROVATO UNA GRAN SCELTA STILISTICA IL FATTO DI USARE FORMULE FISSE OGNI VOLTA CHE è MANZIONATO UNO DEI PERSONAGGI PRINCIPALI (es. RAIMONDI CESARE, ISPETTORE CAPO).

NON SAPREI.

LO CONSIGLIO AD UN RAGAZZO DELL' ETà DI ROSAS.

QUANDO TI PARLA E TI Dà DEL LEI, STA PURE TRANQUILLO CHE è IL MOMENTO CHE TI FREGA. TI FREGA CHE NON C' è CRISTO!"

MI HA FATTO VENIRE IN MENTE L' ISPETTORE COLIANDRO, IL PROTAGONISTA DI UN TELEFILM.

questo libro mi è piaciuto perchè molto scorrevole e avvincente.i personaggi sono davvero simpatici e con le loro deduzioni portano spesso fuori strada il lettore.è infatti stato un libro che mi ha molto sorpreso nel finale.

in generale non c'è niente che non mi sia piaciuto..

smooth criminal - Michael Jackson

lo consiglio a persone che amano i polizzieschi

si prenda il giorno libero

assassination è il libro che paragono a "fiori alla memoria" infatti oltre che per la storia trovo che siano anche molto simili nello stile di scrittura

anche se non è il mio genere preferito, del libro mi è abbastanza piaciuto l'uso della suspance perchè rende il libro più avvincente;
mi è piaciuto il contesto storico e l'ambientazione di cui si parla, che infatti sono state le motivazioni per cui ho scelto il libro;
mi è piaciuto anche il personaggio di Sarti Antonio, stano, simpatico, sfortunato e sempre con l'ossessione fissa del caffè...

in alcune parti era molto lento e poco emozionante; poi non mi è affatto piaciuto il personaggio di Rosas, per alcune affermazioni di cui non ero d'accordo e per il suo comportamento

come colonna sonora metterei una canzone calma, ma che dia sopratutto un grande senso di suspance come nel libro.

lo consiglierei a tutti gli amanti del genere noir/giallo e a tutti coloro che amano questo contesto storico.

non ne ho una in particolare però:
...al diavolo l'acqua solforosa, i cornuti, i cadaveri, gli invertiti di Pieve Del Pino.

ho pensato alla serie televisiva CSI, per come investigavano.

Di questo libro mi è piaciuta soprattutto l'epoca cui fa riferimento, ovvero la seconda guerra mondiale. Il fatto di questi strani misteri che accadono a Pieve del Pino fa sì che il libro sia ancora più intrigante, perciò il romanzo mi ha molto, diciamo, sorpreso, essendo ambientato in un periodo storico drammatico....
Oltre all'ambiente mi hanno colpito molto i personaggi, e in particolare l'aiutante del protagonista, Rosas: la sua anarchia mi ha affascinato, anche perché io adoro il fatto di essere un po' "anarchici di se stessi".
Anche qualche dettaglio che all'inizio sembra futile dopo si rivela utile allo scopo per scoprire un personaggio.

Dunque, nel libro poche cose non mi sono piaciute... Forse il fatto che ci siano molti accavvalamenti di personaggi, di luoghi, di situazioni...; poi anche il personaggio del sergente, che si incaponisce per cercare di risolvere casi scavando nelle memorie italiane, secondo me è un po' forzato.

Mentre leggevo, ho pensato a un sottofondo solo di strumenti, per la precisione solo violini seguiti da qualche nota di pianoforte. La melodia doveva essere decisa e il suono non doveva essere né acuto né grave, solo doveva dare l'idea di un contesto abbastanza importante!

Lo consiglierei un po' a tutti, non ci sono differenze di età; certo lo vedrei meglio in mano ad un mio coetaneo, però credo che sia adatto sia a grandi sia a teenager.

Nessuna in particolare.

Mi sono venute in mente le interrogazione della mia professoressa delle medie sulle leggi fascistissime e su come questa dittatura abbia preso il sopravvento.
Inoltre ho collegato immagini di quadri del decadentismo o del realismo.

Mi è piaciuta la storia perchè è una situazione, anche se "drammatica", comica. Forse per il fatto che i personaggi, anche se cercano di darsi un tono di importanza, falliscono miseramente. E' un libro che scorre bene, però con la trama un po' complessa, infatti fino alla fine non sono riuscita a sbrogliare il caso.

Non mi è piaciuto il fatto che in certi passaggi sia noioso , e non sempre si capisca chi parla o chi compie l'azione.

Una canzone lenta e antica.

A coloro a cui chi piace il genere giallo e poliziesco.

...Un giorno, in un fosso, pascolava un elefante rosso.. Passa un cacciatore e non lo vede. I suoi amici gli chiedono: Lui dice:

"La città fantasma", perchè è un libro misterioso.

Libro molto bello, scritto molto bene. In particolar modo mi sono piaciute 3 cose:
1. L’ambientazione. - Periferia di Bologna. Mi è piaciuta molto perché, a parte che la storia è ambientata nella mia città, si parla di un fatto avvenuto nel dopoguerra.. e io adoro tutto ciò che riguarda la “2a Guerra Mondiale” sia che sia avvenuto prima, durante o dopo.
2. Il narratore. - E’ stata una cosa che mi ha affascinato tantissimo, nel senso che chi racconta la storia è una persona che è sempre stata presente in tutti gli avvenimenti accaduti, perciò racconta solo quello che ha visto, ma nonostante ciò, per tutto il libro non si riesce a scoprire chi è che narra.
3. Lo scrittore. – L’argomento è trattato molto chiaramente. Sì, è vero, ci sono molte parolacce, bestemmie e quant’altro, ma penso che sia stato grazie a queste “volgarità” che il libro è stato, a parer mio, molto realistico e anche, in un certo senso, spiritoso. Ha reso chiara l’idea. Il narratore, sempre a parer mio, non è stato per niente spinto, anzi, chi narra è stato particolarmente accurato e non mi ha trasmesso la sensazione di “sforzo” nel descrivere.

Purtroppo non sono riuscita a comprendere la fine. Ho riletto l’ultimo capitolo cinque volte, ma non mi è chiaro. Mi aspettavo che l’assassino fosse più riconoscibile, esplicito, e in questo lo scrittore mi ha lasciata alquanto delusa. Ero convinta che il finale sarebbe stato più entusiasmante, un colpo di scena, invece ai miei occhi si è reso incomprensibile e non del tutto pertinente.

Sinceramente, mentre stavo leggendo il libro, non mi è affiorata alla mente nessuna colonna sonora, però, se ci ripenso ora, metterei sicuramente la colonna sonora di Montalbano!

Lo consiglio a tutti gli amanti dei libri gialli. Se però devo essere onesta, non lo suggerirei ai miei coetanei perchè, soprattutto il finale, è abbastanza complesso: io stessa non sono riuscita a capirlo ed è stata una delusione!

Abbiamo trovato un morto... abbiamo trovato un morto / è morto in seguito allo spappolamento del cranio, attorno alle due di notte / il telefono continua a squillare... / Vita da papa: e tutto con un semplice certificato medico / è stato trovato raggomitolato in un fosso col capo fracassato / orrendamente massacrato / il foglio trovato nelle tasche della seconda vittima lo fa rimanere con il fiato sospeso / una gola stretta fra due monti verdi di alberi di muschio; un ruscello charo che leva le pietre spigolose del fondo /

Questo è stato il primo libro giallo che ho letto! Però, se in un futuro dovessi leggere altri libri gialli, sicuramente li collegherei a "Fiori alla memoria di L. Macchiavelli...

Mi è piaciuto molto lo stile descrittivo e narrativo dell'autore, particolare e diretto; i caratteri di ogni personaggio sono indipendenti e insoliti, come per esempio il sergente Sarti, che si distingue per la sua caparbietà e il suo spirito di contraddizione.

Non ho apprezzato particolarmente la ripetizione costante dei nomi dei personaggi, per esempio in un dialogo di cinque battute si riscontrano pressoché gli stessi appellativi per lo stesso personaggi più e più volte. Riconosco che sia un metodo innovativo e fuori dal comune, ma personalmente l'ho trovato piuttosto noioso.

Il libro che ho letto è un romanzo giallo, e di conseguenza metterei colonne sonore adeguate a questo tipo di genere letterario...allo stesso tempo però è "autoironico" un po' come la serie televisiva di "L'ispettore Coliandro" perciò punterei a tracce simili.

Lo consiglio agli amanti del giallo che dopo molti classici vogliono sperimentare un nuovo genere, sempre alla ricerca dell'assassino ma con un pizzico di originalità in più.

Non saprei quale frase mi è piaciuta di più, in generale i dialoghi scarseggiano.

Le immagini sicuramente sono quelle degli sceneggiati di Coliandro o simili, abientati nella Bologna Universitaria.

Il libro mi è piaciuto per diversi aspetti, ma in particolare per le descrizioni accurate dei personaggi. Infatti, per assaporare davvero un libro, secondo me, bisogna sempre provare ad immaginarsi i personaggi e i luoghi che fanno da sfondo alle vicende. Macchiavelli riesce senza dubbio a farci immergere nel racconto grazie alle sue frequenti descrizioni, ma non per questo noiose. Man mano ci si avvicina alla fine del libro, più si conosce nei dettagli il sergente (protagonista del libro): un poliziotto non particolarmente intelligente, buono, ma soggetto a scatti d’ira, molto pigro e maniacale.

Non mi è piaciuto particolarmente il linguaggio usato dallo scrittore in certe situazioni perché l’ho trovato un po’ troppo forte, nonostante caratterizzi perfettamente il modo di parlare del sergente Sarti. Però non sono presenti aspetti che non mi sono piaciuti per niente, anche perchè il libro è molto coinvolgente.

Secondo me una musica adatta a questo libro può essere “Bella ciao”, una canzone partigiana che si associa bene al contesto del libro.

Consiglio questo libro a tutti gli amanti del giallo perché, nonostante a me non piaccia questo genere letterario, “Fiori alla memoria” non mi è dispiaciuto affatto.

Non c’è una particolare frase che mi ha colpito profondamente. Però mi è piaciuto il continuo sottolineare da parte del narratore di un aspetto che caratterizza Sarti, ovvero il suo umorismo originale, ma non afferrato da molti.

Un film che collegherei a questo libro è “L’uomo che verrà” di Giorgio Diritti, che affronta il tema degli eccidi nazisti durante la guerra di resistenza. Infatti è ambientato, proprio come il racconto di Macchiavelli, in provincia di Bologna.

Mi è piaciuta la tecnica utilizzata da Macchiavelli per costruire dialoghi brillanti e avvincenti e nel caratterizzare con un tale spessore sia il protagonista, Antonio Sarti, acuto sergente dai frequenti attacchi di colite, sia i personaggi comprimari, dal mite agente Felice Cantoni allo studente anarchico Rosas, suo prezioso aiutante nell'indagine.

La cosa che non mi è piaciuta di questo libro è stato il finale poiché è un finale quasi aperto e non del tutto chiaro che mi lascia un po’ amareggiata.

Poiché questo libro è un giallo, proporrei una colonna sonora con alcune parti più tranquille intercalate da altre più accese, poiché questo racconto è ricco di colpi di scena e avvenimenti inaspettati.

"Fiori alla memoria" è un romanzo imperdibile per tutti coloro che amano il giallo a sfondo politico e sociale di piacevole lettura, ma che allo stesso tempo stimola il pensiero critico e la conservazione della memoria storica.

"Se vi capitasse di sentir suonare alla porta e,andando ad aprire, vi trovaste davanti Sarti Antonio che vi consegna il cartoccio del pane, non state a fare tante storie e dite:
-Come mai? Venga dentro a prendere il caffè...
-E così via.
Prendete il pane che vi porge, ringraziatelo con un sorriso e richiudete la porta"

Leggendo questo libro, mi è venuto in mente un film chiamato “L’uomo che verrà” del regista Giorgio Diritti che ho visto l’anno scorso; mi pare si possa collegare a questo libro poiché ambedue raccontano del periodo nazista, delle lotte partigiane e dei numerosi caduti durante il Terzo Reich. Inoltre è analogo anche il contesto: la vicenda del libro si svolge in un paesino nei pressi di Bologna mentre il film è ambientato a Marzabotto, anch’esso paese della provincia di Bologna.

Ho trovato particolarmente interessante l’ambientazione dell’intero libro. Infatti ritengo che l’autore abbia adattato perfettamente i fatti all’ambiente in cui si svolge la storia, che a sua volta fa percepire al lettore un alone di mistero. Inoltre, credo di essere stato particolarmente colpito dall’ambiente a causa della vicinanza alla mia città e della mia conoscenza dei luoghi in cui si è svolto il racconto, che risulta affascinante anche per chi non conosce di persona le ambientazioni.

Non mi è piaciuto l’eccessivo accavallarsi di testimonianze durante l’investigazione sui fatti accaduti a Pieve del Pino. Inoltre, dopo i primi capitoli inizia ad offuscarsi la differenza tra le azioni e i pensieri del protagonista, creando una certa confusione nel lettore. Questo secondo problema è ampiamente risolto nel finale.

La prima sinfonia di Mahler, soprattutto il suo primo movimento a causa dell’alone di mistero che interpreta.
Calm like a bomb (Rage Against The Machine) per rappresentare il carattere del ragazzo anarchico che aiuterà il protagonista durante il racconto.

Lo consiglio vivamente a chi ama i gialli a sfondo storico, politico e sociale e a tutti gli appassionati dell’epoca fascista e del dopoguerra. Non è comunque un libro complesso e si rende quindi alla portata di tutti, anche se per alcuni lettori potrebbe risultare noioso o semplicemente troppo riflessivo e statico.

“Mi si avvicinò un ragazzo stravagante, vestito in modo particolare, che non aveva l’aria di essere molto colto, ma mi sorprese con un’affermazione incredibilmente intelligente.”

Collegherei questo romanzo al film “L’uomo che verrà”, film sulle stragi di Marzabotto e Monte Sole da parte dei nazisti in ritirata verso la Germania, durante la seconda guerra mondiale. E’ ambientato negli stessi luoghi e con la stessa tetra atmosfera del libro, anche se non nello stesso periodo.

Lo stile del libro è veloce e scorrevole, una caratteristica fondamentale per un giallo. La trama si snoda ricca di intrecci e supposizioni, mantenendo viva l'attenzione del lettore, ma rimanendo di facile comprensione.
Rosas mi è piaciuto perché è un personaggio insolito ed imprevedibile, i suoi ragionamenti sono fondamentali nel libro. È stato bello e strano il modo in cui l'autore – come tutti gli scrittori di gialli che si rispettino – mi ha condotto sulla pista sbagliata; ero consapevole di stare seguendo un'autostrada costruita proprio per mettermi in trappola, ma dato che nei gialli arrivo all'assassino solo dopo tutti i personaggi, mi sono lasciata condurre lungo questo sentiero ben tracciato mentre aspettavo nuovi sviluppi nella storia e nelle indagini.
Molto bello anche il riferimento a Bologna, la mia città, e all'ospedale Maggiore o ai viali o alle due torri, cosa che mi ha fatto subito sentire a casa. Mi è piaciuto il ricordo della seconda guerra mondiale e dei Caduti partigiani. Finale intrigante ed originale.

Non mi sono piaciute le ripetizioni; l'autore tende volutamente a riscrivere spesso "Sarti Antonio, sergente", oppure "Gianni Deoni", per esempio. Capisco che sia una scelta stilistica, a volte può aiutare a inquadrare bene il personaggio che parla, ma dopo un po' risulta pesante e penalizza la scorrevolezza. Per il resto, direi che sono d'accordo con le scelte dell'autore.

Ho pensato molto ad una possibile canzone, ma non riesco a pensare a niente proprio per l'originalità del libro.

Lo consiglio a chi vuole approfondire una parte importante della nostra storia recente, soprattutto a chi conosce Bologna e l'Appennino tosco-emiliano, e a chi ama le storie gialle con un finale storico in grado di sorprendere.

[...]Mentre tornano verso la città, Sarti Antonio chiede:
- E allora?
Gli fa un sorriso tale [l'ispettore capo] che a Sarti viene voglia di aprire la portiera e scaricarlo in un burrone e poi raccontare che lo ha perduto per strada.
[...]

Ho collegato questo libro al film "L'uomo che verrà", che ho visto un anno fa con la scuola. Dato che parla della strage di Montesole, l'ho trovato adatto.

Mi è piaciuta molto la storia, che ha un bello svolgimento e che inizialmente inganna, inducendo a pensare che sia una storia molto tranquilla e lenta.
Anche il personaggio principale è ben caratterizzato.

Non mi è piaciuto lo stile dello scrittore, soprattutto nei dialoghi personaggi nei quali si ripete spessissimo il nome di chi parla.

non mi è venuta nessuna musica in particolare da associare a questo libro

A chi piace il genere poliziesco

/La sfortuna più grande è stata quella di venire assegnato all'ufficio dell'ispettore capo Raimondi Cesare. Tutto il resto è venuto dopo /

Mi sono venuti in mente i romanzi incentrati sul personaggio dell'ispettore Coliandro i quali hanno molti punti in comune con questo libro, come ad esempio la poca simpatia verso i rispettivi capi, e la presenza di un comprimario maldestro che finisce sempre nei guai.

Mi piace che ogni capitolo sia preceduto da un titolo che dà un anticipo dello sviluppo della storia lasciando comunque al lettore la suspence necessaria. E’ bello che le possibili soluzioni iniziali si escludono man mano lasciando per ultima la verità.

Non ho apprezzato la figura del narratore che racconta come se facesse parte della storia ma in realtà non esiste tra i personaggi; una specie di “angelo custode invisibile” del protagonista che è presente anche in altre avventure poliziesche di Sarti Antonio sergente. Non mi piace molto il linguaggio secco e un po’ volgare e le ripetizioni delle definizioni dei personaggi.

La musica più adatta sarebbe quella italiana degli anni 70 magari qualche cantante bolognese un po’ contestatore e poco romantico.

Questo libro, secondo me, è adatto a quei lettori che riescono a cogliere l’ironia del personaggio e che non si aspettano come protagonista il “classico” poliziotto sveglio e infallibile. Infatti Sarti Antonio con le sue debolezze come la colite e le sue intuizioni spesso sbagliate, è un poliziotto un po’ inaffidabile ed ha bisogno sempre dell’aiuto di coprotagonisti per risolvere i casi.

Un passaggio significativo si trova a pagina 102 quando Rosas “l’anarchico”, riferendosi ai poliziotti dice”-…...come quando voi sparate in faccia a quelli che sono in piazza.
E Sarti ribatte - O quando voi spaccate la testa a un questurino. E il discorso finisce lì”. Sono due punti di vista opposti sugli scontri di piazza violenti che non si troveranno mai d’accordo e ogni parte rimane della sua opinione.

La storia si può associare a tutti quei casi in cui con approssimazione e leggerezza si trovano dei comodi colpevoli ma solo come Sarti, con caparbietà e capacità di mettersi in discussione si arriva alla verità.

Ammiro l'inventiva dell'autore, che crea un intreccio con vari colpi di scena e con una soluzione veramente impensabile dell'indagine. Il protagonista, inoltre, e' un personaggio originale che, con i suoi frequenti attacchi di colite, si amalgama bene con la gente comune.

Niente di rilevante.

The Doors o Jimy Hendrix

Credo che lo possa apprezzare in tutti i suoi aspetti principalmente un pubblico adulto.

"Quando un giornalista trova un cadavere, uno qualunque, e' a nozze. Adesso non e' ancora giorno fatto (sono le sei del mattino), di cadaveri ce n'e' uno già pronto e i giornalisti sono li' che ronzano attorno."

I telefilm del "commissario Montalbano", tratti da gialli- polizieschi con un'ambientazione descritta accuratamente.

mi è piaciuto molto, essendo un libro particolarmente interessante, scorrevole e piacevole, che tratta argomenti profondi con un linguaggio colloquiale e facilmente comprensibile.

dal mio punto di vista si sarebbe dovuto soffermare di più sul finale, rendendolo ancora più chiaro.

non mi viene in mente una colonna sonora specifica, ma sicuramente una melodia triste che rievochi la situazione.

a tutte le fasce di età

La frase che mi è piaciuta di più è a pag. 30 riferita al sergente Sarti Antonio:
\"Il pianto dei grandi non gli ha mai fatto impressione.
O ci si è abituato.Non ricorda.\"

tutti quei libri che trattano dello stesso argomento, ma in maniere differenti.

Mi è piaciuto rosas per i suoi modi di fare. Ho gradito che nonostante l'età fosse sempre 1 passo avanti rispetto il protagonista. Quando alla fine racconta di Volpe mi è piaciuto perchè lo considero un grande uomo anche se credo che dalle altre persone sarebbe stato più apprezzato un finale che raccontasse solo della vicenda accaduta a Pieve del Pino.

Non ho sopportato la ripetizione "è vero, come si dice". Il finale non me l'aspettavo così aperto sopratutto in un giallo che solitamente è molto dettagliato nel risolvere il caso.

Come colonna sonora metterei le canzoni di pink

A persone abituate a leggere i polizieschi un pò "ingarbugliati".

Non ne ho preferita alcuna.

In generale racconti che si legano alla storia della liberazione di bologna o dei partigiani.

mi è piaciuto molto lo stile dello scrittore dove il narratore non era altro che un'ombra, un collega di Sarti Antonio, e del quale raccontava le azioni.
mi è veramente piaciuto perchè l'ho trovato originale non avendo mai letto un libro scritto in questo modo

non mi è piaciuto il linguaggio usato dallo scrittore in certe situazioni, in quanto lo ho trovato eccessivo, nonostante fosse ben inserito nel contesto

leggendo questo libro devo dire che non mi è venuta in mente nessuna musica particolare. se devo proprio dare una risposta dico sicuramente qualche canzone cantautorale degli anni '70 (visto il contesto storico narrativo), magari di Francesco Guccini considerando che è anche amico dell'autore del libro ed ha scritto assieme a lui alcuni gialli

decisamente a tutti coloro che amano i gialli o i noir e che hanno anche molto intuito per capire chi sia il colpevole

...fra tre minuti è qui! Vedrai che sarai soddisfatto: fra tre minuti è qui. Morbida come il pelo di un gatto...

durante la lettura cerco sempre di immaginare io i personaggi senza farmi condizionare o far riferimento a film o fumetti