La grande avventura: giocarsi la vita



I suoi libri in Xanadu:

Alexandre Dumas

Già il padre di Alexandre sembra uscito da un feuilleton: mulatto, figlio di un marchese francese e di una schiava di Haiti, fu generale della Rivoluzione Francese, combatté accanto a Napoleone, si trovò in aperto contrasto con l’Imperatore, fu congedato e morì in povertà quando Alexandre era solo un bambino. Che vita! Alexandre cresce quindi con la madre e a 21 anni si trasferisce a Parigi, al servizio del Duca d’Orléans. Comincia a scrivere testi teatrali e ottiene subito un grande successo. Il teatro lo accoglie a braccia aperte, e il pubblico lo porta in trionfo. Non male per il nipote di una schiava. In seguito inizia a scrivere romanzi, specializzandosi nel genere storico. Non che sia interessato alla storia di per sé. La storia è solo un pretesto per scrivere di rivendicazioni e desideri di rivincita. Dopotutto, siamo negli anni Quaranta dell’Ottocento. Scrive tanto, scrive testi indimenticabili, scrive di personaggi diventati vere e proprie icone dell’immaginario. Basti pensare a I tre moschettieri e a Il conte di Montecristo. Non è (ahimé) altrettanto abile negli affari. Per tutta la vita guadagna fortune immense e per tutta la vita le dilapida, conducendo una vita al di sopra delle proprie possibilità, passando da un’amante all’altra, rovinandosi. Amante dell’avventura, si unisce alla spedizione dei Mille e sbarca a Palermo insieme a Garibaldi. Rimane in Italia per tre anni; poi torna a Parigi. Si ammala e passerà gli ultimi anni della sua vita nella casa del figlio, Alexandre, anche lui famoso scrittore.

www.dumaspere.com/

I tre moschettieri, 1844
Vent’anni dopo, 1845
Il visconte di Bragelonne, 1850