Doris Lessing
Le prigioni che abbiamo dentro. Cinque lezioni sulla libertà
Minimum Fax
Nata in Iran nel 1919, vissuta in giovinezza in Rhodesia del Sud, prima di trasferirsi definitivamente a Londra, Doris Lessing è una delle più grandi scrittrici e intellettuali del nostro tempo, capace di uno sguardo lucido sul mondo e di grande coraggio. Questo libretto è la raccolta di cinque lezioni che tenne per radio, in collaborazione con l'Università di Toronto, in cui cercava di riflettere su alcuni meccanismi psicologici e sociali che stanno alla base dell'incapacità dell'uomo di avere davvero uno spirito libero. Si tratta di limiti diffusi e quasi naturali, che lei stessa sa di aver vissuto, autodenunciando i propri errori passati. Con uno stile cristallino e diretto ci mette a disposizione le sue intuizioni, e propone anche vie d'uscita, mettendo sempre al centro l'importanza di saper cambiare punto di vista e il coraggio di essere, anche quando sembra impossibile, minoranza, quando tutti si fanno omologare.
"Ma c'è sempre una minoranza che non lo fa e a me sembra che il nostro futuro, il futuro di tutti, dipenda da quella minoranza. Dovremmo escogitare i modi per educare i nostri figli in modo che vadano a rafforzare quella minoranza e non, come facciamo oggi per lo più, a riverire il branco."
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I commenti finora:
Questo libro mi è piaciuto abbastanza per l'argomento di cui si parla, ossia, essere liberi ed indipendenti.
voto: Discreto ... vedi i dettagli
Cosa mi è piaciuto e perché (personaggi, situazioni, stile...)
Questo libro mi è piaciuto abbastanza per l'argomento di cui si parla, ossia, essere liberi ed indipendenti.
Cosa non mi è piaciuto e perché
Leggendo i vari capitoli presenti all'interno, le pagine sembravano alquanto ripetitive.
La musica che metterei come colonna sonora a questo libro
-
A che tipo di persona lo consiglio
Consiglierei questo libro sia ai giovani sia agli adulti.
La frase che mi p piaciuta di più
-La parola 'sangue' viene sempre usata dai capi per riscaldare gli animi.-
Altri libri, film, fumetti, immagini ecc. che mi sono venuti in mente o che collegherei a questo libro e perché
Mi viene in mente un'aquila che vola lontano perché è libera di andare via e fare ciò che desidera.
inserito da Fabrizio_Galati, voto: Discreto
Ciò che più mi è piaciuto di questo libro sono i temi e i valori affrontati perché fanno riflettere molto sull'umanità.
voto: Così così ... vedi i dettagli
Cosa mi è piaciuto e perché (personaggi, situazioni, stile...)
Ciò che più mi è piaciuto di questo libro sono i temi e i valori affrontati perché fanno riflettere molto sull'umanità.
Cosa non mi è piaciuto e perché
Non mi è piaciuto il fatto che all'apparenza sembra che la lettura sia veloce, invece, è molto lunga e pesante per la difficile comprensione degli argomenti.
La musica che metterei come colonna sonora a questo libro
Non so a quale tipo di musica abbinare questo libro anche perché non racconta una storia, ma sono soltanto delle riflessioni, una specie di saggio.
A che tipo di persona lo consiglio
Lo consiglierei a quelle persone che sono molto determinate e non si fanno influenzare dagli altri perché le riflessioni presenti nel libro si basano proprio su questo presupposto: essere indipendenti.
La frase che mi p piaciuta di più
La frase che più mi ha colpito è: "Noi siamo, in diversa misura, oggetto di un lavaggio del cervello da parte della società in cui viviamo". E' una frase molto significativa perché fa riflettere sul fatto che tutti seguiamo la massa, non c'è nessuno che va contro corrente, nessuno che agisce di testa propria.
Altri libri, film, fumetti, immagini ecc. che mi sono venuti in mente o che collegherei a questo libro e perché
Lo abbinerei al libro "In principio era Darwin" perché è un libro di poche pagine, ma molto complesso, che tratta di argomenti come l'umanità, precisamente quello che troviamo in questo libro.
inserito da Lola_99, voto: Così così
Mi è piaciuto il modo conciso e diretto in cui Doris esprime i suoi pensieri.
Le riflessioni presenti in questo libro sono davvero belle e fanno pensare.
voto: Bello ... vedi i dettagli
Cosa mi è piaciuto e perché (personaggi, situazioni, stile...)
Mi è piaciuto il modo conciso e diretto in cui Doris esprime i suoi pensieri.
Le riflessioni presenti in questo libro sono davvero belle e fanno pensare.
Cosa non mi è piaciuto e perché
Non mi è piaciuto il modo in cui inizia.
La musica che metterei come colonna sonora a questo libro
Ludovico Einaudi - Le onde
A che tipo di persona lo consiglio
Secondo me non è un libro da consigliare a chiunque, perché non a tutti piacciono libri di questo tipo. Quindi probabilmente non lo consiglierei.
La frase che mi p piaciuta di più
Non ricordo dato che non ho più il libro. Ma ricordo di averne trovate tante.
Altri libri, film, fumetti, immagini ecc. che mi sono venuti in mente o che collegherei a questo libro e perché
Non saprei.
inserito da Sara Lipparini, voto: Bello
Le prigioni che abbiamo dentro è una riflessione sull’umanità e sul comportamento dell’uomo, che l’autrice descrive caratterizzato da una mentalità che lo spinge a rifugiarsi nel gruppo che è per egli “amico e nemico”.
E’ probabilmente questo il concetto base che può riassumere le cinque lezioni nelle quali il romanzo è articolato.
Ciò che ho maggiormente apprezzato di questo saggio sono stati i riferimenti storici che la Lessing ha utilizzato per sostenere le teorie contenute nel libro e che ne facilitano la lettura. Questi richiami al passato si distendono nello spazio e nel tempo e coprono l’intera storia dell’uomo: dalla Russia di Stalin o la Germania di Hitler e i regimi della Rhodesia e della Somalia fino all’Egitto dei faraoni.
In generale ho gradito molto la lettura di questo libro per i contenuti, i valori e i temi affrontati e il linguaggio utilizzato.
voto: Bello ... vedi i dettagli
Cosa mi è piaciuto e perché (personaggi, situazioni, stile...)
Le prigioni che abbiamo dentro è una riflessione sull’umanità e sul comportamento dell’uomo, che l’autrice descrive caratterizzato da una mentalità che lo spinge a rifugiarsi nel gruppo che è per egli “amico e nemico”.
E’ probabilmente questo il concetto base che può riassumere le cinque lezioni nelle quali il romanzo è articolato.
Ciò che ho maggiormente apprezzato di questo saggio sono stati i riferimenti storici che la Lessing ha utilizzato per sostenere le teorie contenute nel libro e che ne facilitano la lettura. Questi richiami al passato si distendono nello spazio e nel tempo e coprono l’intera storia dell’uomo: dalla Russia di Stalin o la Germania di Hitler e i regimi della Rhodesia e della Somalia fino all’Egitto dei faraoni.
In generale ho gradito molto la lettura di questo libro per i contenuti, i valori e i temi affrontati e il linguaggio utilizzato.
Cosa non mi è piaciuto e perché
L’aspetto che ho meno apprezzato è che il libro a volte mi è risultato un po’ difficile nella lettura in alcuni punti perché in poche righe l’autrice concentra molti argomenti importanti. Avrei infatti apprezzato se la Lessing avesse approfondito maggiormente alcuni concetti, come la necessità dell’uomo di riappropriarsi di sé stesso e degli strumenti di conoscenza che ha a disposizione, ma che lascia inutilizzati, o la modalità secondo la quale l’uomo tende a ragionare per scompartimenti.
All’apparenza la lunghezza del libro dà infatti l’illusione che si tratti di una lettura veloce, ma in realtà a volte poche righe equivalgono ad alcune pagine per la complessità dei contenuti.
La musica che metterei come colonna sonora a questo libro
La musica che metterei come colonna sonora a questo libro è La guerra di Pietro, di Fabrizio de André, che, come afferma il critico Marco Pandin, costituisce “un solare inno pacifista e antimilitarista”. Il protagonista della canzone è un soldato, Piero, che in una giornata di primavera, dopo un lunghissimo cammino iniziato in inverno, varca il confine della frontiera. Mentre riflette sulla ferocia e sull’inutilità della guerra, vede in fondo alla valle un soldato “che aveva il suo stesso identico umore, ma la divisa di un altro colore”.
Pur consapevole che solo uccidendolo Piero potrà salvarsi, egli appare indeciso sul da farsi. E proprio quest’indecisione dovuta alla sua umana solidarietà gli costerà la vita perché l’avversario, accortosi del pericolo, non esiterà a sparargli.
Con questa ballata De André vuole denunciare la follia della guerra: l’unico “errore” di Piero è infatti quello di non aver ucciso un uomo con la divisa di un altro colore non per codardia, ma per un senso di fratellanza.
Questo concetto di disumanità della guerra è molto presente nel saggio della Lessing che ne parla soprattutto dal punto di vista del danno psicologico che spesso non possiamo, o non vogliamo, vedere. Ella afferma infatti che con un po’ di buonsenso si sarebbero potute evitare moltissime guerre, ma spesso sono i giovani che desiderano inconsciamente provare quell’esperienza, “dopo aver sentito vibrare qualcosa nel racconto dei loro genitori”.
A che tipo di persona lo consiglio
Consiglio questo libro a chi desidera sapere di più riguardo agli schemi mentali che regolano le azioni dell’uomo, ovvero “le prigioni dentro le quali scegliamo di vivere”; a chi desidera far parte di quel 10% della popolazione che decide di agire di testa propria e vedere bianco nonostante il gruppo, sbagliando, dice di vedere nero; a chi, imparando dalle esperienze del passato, vuole migliorare il suo stato. Questa deve essere quindi una persona aperta a nuove idee e nuovi modi di pensare e capace di trarre i giusti insegnamenti che la Lessing vuole impartire.
La frase che mi p piaciuta di più
“Noi possediamo un bel po’ di informazioni su noi stessi, ma […] non ne facciamo uso per migliorare la nostra condizione”. Con questa frase la Lessing vuole sostenere come l’uomo, pur disponendo di strumenti e di conoscenze che gli permetterebbero di apprendere dal passato e dalla storia, non li sfrutta appieno. Insegnare come utilizzare questi strumenti è una delle cinque lezioni
che vengono impartite nel saggio.
Altri libri, film, fumetti, immagini ecc. che mi sono venuti in mente o che collegherei a questo libro e perché
Un romanzo che ho subito collegato a questo libro è Il buoio oltre la siepe, di Harper Lee. Esso, ambientato nell’America degli anni trenta, tratta di temi presenti anche nel saggio della Lessing, come i pregiudizi razziali e andare oltre ai confini mentali.
Un altro saggio che può essere connesso a quello della Lessing, sia per stile narrativo che per contenuti, è Il manoscritto ritrovato ad Acra, di Paulo Coelho: un antico manoscritto, che fa parte dei Vangeli Apocrifi, narra che il 14 luglio 1099, mentre la città di Gerusalemme è in procinto di ricevere l’assalto dei Crociati, un anziano saggio ateniese, chiamato il Copto, raccoglie un gruppo di abitanti della città nella piazza, dove illustra loro la sua filosofia di vita basata sull’amore, in
risposta ai molti quesiti che gli vengono posti.
inserito da Stella, voto: Bello
La capacità della scrittrice di mirare al senso critico del lettore informandolo del fatto che una volta acquisite le conoscenze adeguate, potrà essere proprio lui (perché mai qualcun altro?) a non subire le pressioni sociali del branco e basare il fondamento di una società che non solo deve nascere, ma che anche ha le possibilità di farlo. Una società che può nascere.
voto: Discreto ... vedi i dettagli
Cosa mi è piaciuto e perché (personaggi, situazioni, stile...)
La capacità della scrittrice di mirare al senso critico del lettore informandolo del fatto che una volta acquisite le conoscenze adeguate, potrà essere proprio lui (perché mai qualcun altro?) a non subire le pressioni sociali del branco e basare il fondamento di una società che non solo deve nascere, ma che anche ha le possibilità di farlo. Una società che può nascere.
Cosa non mi è piaciuto e perché
Nel suo genere è un buon libro, ma io lo avrei reso più accessibile. Il fatto che non si appoggi a una trama, unito al continuo nominare di guerre, partiti politici, di nuovo guerre, allontana un giovane lettore che vorrebbe forse rifugiarsi in lettura più scorrevole. Potrebbe racchiudere queste verità in un contesto più accattivante per un pubblico giovane, se è a lui che è rivolto.
La musica che metterei come colonna sonora a questo libro
Nessuna, va letto in silenzio per concentrarsi!!
A che tipo di persona lo consiglio
Questo libro è per chi sposta il sipario e sbircia il mondo dietro le quinte. O vuole iniziare a farlo.
La frase che mi p piaciuta di più
"Ricordare [...] non serve tanto a mantenere viva la memoria [...], quanto a riconoscere quella presente"
Altri libri, film, fumetti, immagini ecc. che mi sono venuti in mente o che collegherei a questo libro e perché
Il libro di geografia.
inserito da Alessia , voto: Discreto
E’ bello come l’autrice, pur suddividendo le cinque lezioni da lei scritte, le abbia collegate trattando in ognuna temi comuni, riuscendo a non ripetere le varie tesi. Ogni conferenza è allacciata all’altra: si passa dall’idea di essere dominati da un passato selvaggio e primitivo all’influenza del pensiero di massa. I temi infondono un’idea di unità, che spesso è difficile riscontrare se si parla di libri come questo, suddivisi non in capitoli bensì in lezioni, conferenze o altro. Ho trovato acuta l’autrice nell’intento che è riuscita a rendere.
voto: Discreto ... vedi i dettagli
Cosa mi è piaciuto e perché (personaggi, situazioni, stile...)
E’ bello come l’autrice, pur suddividendo le cinque lezioni da lei scritte, le abbia collegate trattando in ognuna temi comuni, riuscendo a non ripetere le varie tesi. Ogni conferenza è allacciata all’altra: si passa dall’idea di essere dominati da un passato selvaggio e primitivo all’influenza del pensiero di massa. I temi infondono un’idea di unità, che spesso è difficile riscontrare se si parla di libri come questo, suddivisi non in capitoli bensì in lezioni, conferenze o altro. Ho trovato acuta l’autrice nell’intento che è riuscita a rendere.
Cosa non mi è piaciuto e perché
Non ho apprezzato il modo di scrivere. Penso sia troppo direttivo. Non viene valorizzato il rapporto con il lettore, al quale viene lasciato scarso o nullo grado di libertà interpretativa. Avrei preferito un maggiore coinvolgimento anche se sono consapevole che il libro non è un romanzo ma è composto da diverse conferenze tenute nel 1985 in un programma radiofonico della CBC. Ho inoltre trovato i temi da lei trattati forse un po’ troppo complessi, soprattutto nelle prime conferenze. Avendo io quindici anni ed essendo il libro consigliato a ragazzi che frequentano la seconda superiore, sarebbe meglio affrontare questa lettura con una maggiore conoscenza dei problemi sociali, della storia, dei vari ideali; una conoscenza che non ho ancora del tutto acquisito. La poca conoscenza mi ha portato, e credo potrebbe succedere ad altri, a non entrare completamente dentro al libro, come dovrebbe sempre accadere per poterlo apprezzare fino in fondo.
La musica che metterei come colonna sonora a questo libro
Forse per le ultime due conferenze immaginerei una musica importante e in buona misura assertiva, qualcosa come la sinfonia n.5 di Beethoven, poiché le ho trovate coinvolgenti, forti, ricche di contenuto, incisive. Questa è la parte del libro che ho potuto meglio apprezzare e che mi è rimasta più impressa, forse perché più intuitiva dato che tratta temi più comuni e più adatti ad un’ adolescente come me.
Per le prime conferenze azzarderei una musica metallica. Non saprei quale ma la vorrei non troppo forte, che si ripeta senza interruzione, che dia un senso di freddezza trasmettendo suoni strani ma deboli, ripetuti tanto da stancare il lettore.
A che tipo di persona lo consiglio
Consiglierei questo libro ad un giovane interessato ai problemi sociali; ad un ragazzo voglioso di apprendere e di sapere e che desidera avere un confronto valido come quello della scrittrice Doris Lessing. Socialismo e comunismo non sono certo ideali da trattare con troppa leggerezza: solo un ragazzo informato o un adulto potrebbero comprendere appieno le tesi dell’autrice.
Lo consiglierei anche ad un adolescente problematico, che magari sta passando un periodo difficile. A volte un libro come questo può essere il rimedio giusto per iniziare a riflettere su se stessi. Nel finale non posso negare che questo libro mi abbia trasmesso grinta. E’ stato entusiasmante, mozzafiato leggere le ultime due conferenze; quasi difficile staccarsene. Oltre a temi complessi, come quelli prima elencati, raggiunge anche livelli più maneggevoli e adatti a noi come il sentirsi parte di un gruppo o l’importanza di essere un individuo che sceglie da sé senza essere condizionato troppo dai compagni.
La frase che mi p piaciuta di più
P.51- “Ma quello che più mi colpisce è proprio la tecnologia che sta facendo esattamente la stessa cosa: ci sta esponendo a ogni tipo di violenza in modo tale da farci perdere la sensibilità. Perdiamo la nostra capacità di sentire quasi senza rendercene conto”
Altri libri, film, fumetti, immagini ecc. che mi sono venuti in mente o che collegherei a questo libro e perché
“Jack frusciante è uscito dal gruppo” di Enrico Brizzi , perché in varie parti descrive l’idea di gruppo, non certo come l’intende Doris Lessing, ma di qualcuno che vive, come scrive testualmente Brizzi: “..col pilota automatico” vista dal punto di vista di un giovane 17enne che ha frequentato il Liceo Galvani di Bologna.
“Pulp Fiction” di Quentin Tarantino, perché rimanda al gruppo attraverso il mondo del crimine. Di solito l’idea di fondo dei gangster-movie è la punizione di chi cerca di uscire dal gruppo o dalla famiglia. Invece in Pulp Fiction vediamo come ad essere punito non è chi esce, ma chi rimane all’interno del mondo criminale. Secondo la Lessing bisogna incitare i propri figli a uscire dal gruppo perché questo può comportare danni, come in Pulp fiction chi fa parte del mondo criminale, quindi in un certo senso di un gruppo di criminali, viene punito. Nel Film spesso i personaggi sono testimoni di un fatto strano che li porta a riflettere. Da questa riflessione nasce la consapevolezza del proprio stato di imperfezione e la necessità di cambiamento. Infine questa necessità viene messa in atto. In questo processo è importante la dialettica dei personaggi con sé stessi e con gli altri. Infatti dallo svolgersi della storia capiamo che la via della redenzione non è facile; invece richiede forza di volontà e determinazione per percorrerla. Ciò si riallaccia sempre al libro di Doris Lessing perché si parla della necessità di un cambiamento, che deve provenire da se stessi attraverso un’analisi dei propri comportamenti e di quelli degli altri.
inserito da BEATRICEPIERETTI, voto: Discreto