Nella primavera del 1994 il Ruanda è stato terreno per uno dei più gravi genocidi della storia moderna. In poco più di cento giorni, la guerra tra gli Hutu e i Tutsi ha provocato oltre un milione di morti. Nel mezzo di questa guerra si trova Paul Rusesabagina, direttore dell’ hotel di proprietà belga Mille Collines, appartenente all’etnia Hutu ma sposato con una donna Tutsi. La situazione nella Capitale Kigali è ancora critica ma la guerra civile che ha dilaniato il paese negli ultimi quattro anni sembra ormai definitivamente terminata.Tutto cambia il 6 Aprile, però, quando l’aereo che riportava a Kigali il Presidente Habyarimana viene abbattuto. Quasi fosse un segnale, la milizia Hutu si scatena: nel giro di una notte, Kigali diventa un inferno con migliaia di morti. Paul nasconde in casa propria i vicini e qualche giorno dopo trasferisce tutti nell’albergo che dirige. In pochi giorni diverse centinaia di persone trovano rifugio all’Hotel, ma quando le forze internazionali decidono di evacuare dal Paese tutti gli occidentali e lasciare che i ruandesi se la sbrighino da soli, Paul capisce che non è solo la sua famiglia a fare affidamento su di lui. Tutte le persone che conosce si aggrappano a lui sperando che li possa salvare. Un Schindler moderno.
Hotel Rwanda è uno dei film politici più arrabbiati e nonostante questo efficaci degli ultimi anni. Terry George – già sceneggiatore del film Nel nome del Padre -ha intenti chiarissimi: la denuncia del mondo occidentale che ha voltato le spalle al Ruanda quando sarebbe bastato poco per evitare che la situazione precipitasse.
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