C’è chi crede che il cinema e la letteratura possano favorire la comprensione della complessità umana, il sentimento di identificazione con l’altro e sviluppare la nostra innata capacità di introspezione ecc … Io ritengo che ci sono film che non possono essere visti una volta sola.
Il favoloso mondo di Amelie è un film che ho visto e rivisto un milione di volte. La trama è divertente, insolita, curiosa e a tratti commovente. Il film è ambientato a Parigi e fin dai primi cinque minuti riesce a catturare lo spettatore e a trasportarlo in quel mondo incantato, in quei luoghi senza tempo dove i timidi e la fantasia sono i veri protagonisti della storia. I primi riescono finalmente a farsi valere (come scordare la delicatezza disarmante di Lucien, il commesso buono e imbranato e i divertenti scherzetti di Amelie a Collignon, il fruttivendolo), e la fantasia (chi non ha mai sognato di trovare una scatola dei tesori tra le proprie mura domestiche? chi non ha mai desiderato di riuscire a far saltare i sassi almeno una volta sul fiume?) permette a chi, come la sottoscritta ama sognare, di perdersi in un vero e proprio mondo delle meraviglie dove sono le piccole cose, quei semplici gesti quotidiani, le insolite abitudini dei vari protagonisti a dare a questa favola un tocco di magia. Come se non bastasse, le scene sono accompagnate dalle melodie di Yann Tiersen che ti fanno assaporare la purezza di un tempo lontano, perduto, senza tempo.
Tutto inizia con un oggetto speciale, una scatola dei tesori, trovata da Amelie in una calda sera d’estate. La ragazza decide che ritroverà il legittimo proprietario della scatola per restituirgliela. Ed è così che inizia questa dolcissima favola; dopo aver restituito la scatoletta, Amelie decide di occuparsi della vita degli altri. E un film che fa sorridere e insieme riflettere ma è privo di moralismi. Amelie si troverà infine di fronte a un bivio importante: imparare a lasciarsi amare, a condividere le proprie emozioni o continuare a fuggire?
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