Prima guerra mondiale. Giovanni Busacca, lombardo, e Oreste Jacovacci, romano, sono chiamati alle armi. Entrambi tentano la diserzione ma con insuccesso. Militari per forza, non per scelta, il loro destino è simile a quello di tanti altri uomini vissuti in quel periodo: fucile in spalla e vita al fronte, a giocarsi la vita per una guerra che continuamente viene presentata come una inutile e stupida carneficina. A combattere ci sono giovani e meno giovani, chi sa leggere e scrivere e analfabeti, gente del Sud e del Nord. I dialetti che ciascuno parla, sono il riflesso di un’Italia fatta così: un po’ lombarda, un po’ emiliana, un po’ romana, un po’ piemontese, un po’ sicula, un po’ veneta… L’esperienza di Busacca e Sordi è quella di molti soldati italiani che combatterono contro gli austriaci e non tornarono mai più a casa.
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