In un ospedale psichiatrico tutto ordine e pulizia arriva un giorno il giovane Randle P. McMurphy, che, condannato per reati di violenza, spera, spacciandosi per matto, di sottrarsi al carcere: ai medici il compito di scoprire se sia o meno un simulatore. La sua comparsa, intanto, porta lo scompiglio in quel chiuso ambiente di repressione mascherata, di intransigente disciplina imposta e mantenuta da una ferrea capo-infermiera, la signorina Ratched. L’allegro McMurphy volge in burla le sedute psicanalitiche di gruppo, si improvvisa radiocronista di immaginarie partite di baseball, organizza una “scappatella” in barca coi suoi compagni, impianta una squadra di basket. Più i ricoverati, però, gli si stringono fiduciosi intorno, contagiati dal suo spirito di disubbidienza, più la Ratched stringe la vite del sistema repressivo.
Film intenso che rivela abusi e violenze nel mondo delle cliniche psichiatriche. Una curiosità: l’attrice che impersona l’intransigente capo infermiera Ratched verrà più volte in pubblico offesa. Così per lei si chiude la carriera: la gente ha a tal punto confuso il personaggio con l’interprete da non riconoscere più il confine tra realtà e finzione.
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