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2 A int., Liceo Ginnasio Galvani, Bologna
“ Contare le stelle” di David Almond è decisamente un libro particolare sotto molti punti di vista.Esso consiste nella narrazione intensa ed emotiva dell’infanzia di un ragazzino che vive con la sua numerosa famiglia in un paesino dell’Inghilterra degli anni ’60.Il racconto non rispetta certo l’ordine cronologico dei fatti ma salta avanti e indietro come se il narratore fosse davvero sulla macchina del tempo nella quale finisce ad una fiera. Sembra che i ricordi scorrano senza tregua accavallandosi gli uni agli altri uniti dal filo delle sensazioni e delle emozioni di chi ha vissuto con intensità .Seguiamo il ragazzo al cimitero dove piange suo padre e sua sorella e dove soprattutto incontra il concetto di morte, lo vediamo generoso e preoccupato mentre riporta la sorella a casa dopo una minifuga, lo troviamo felice sui campi di calcio e turbato dalla violenza dei compagni più grandi.Belli e delicati sono i ritratti di personaggi che trapuntano il racconto, come quello di Luse Fine, giovane malata, le cui vicende lo fanno riflettere sulla crudeltà umana. Molto vive sono le figure del padre e della madre, piene di affetto e di dolcezza, che accompagnano con discrezione il ragazzo nelle sue crescite lasciandolo libero di fare le proprie esperienze ma donandogli la certezza della loro affettuosa presenza.Come perle di una collana i personaggi di questo libro si mettono uno accanto all’altro e ci danno l’immagine di una vita serena anche se per certi versi difficile e dolorosa.L’immagine che il protagonista dà di sé è quella di un ragazzo tutto sommato felice ma non superficiale, che affronta le varie vicende ponendosi domande profonde e cercando di dare un senso a tutto.Il racconto è scorrevole grazie anche alla fluidità narrativa che lo caratterizza.
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