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2B, Liceo Ginnasio Galvani, Bologna
Ancora una volta F. Miller rompe gli schemi del fumetto tradizionale, dando vita a quella che diventerà la corrente fumettistica del nuovo millennio: il supereroe visto come un essere umano, con problemi etici e fisici. Infatti, il Batman di Miller è vecchio e stanco; ogni scontro, ogni movimento gli costa fatica ed è tormentato dai rimorsi e dai dubbi. L’idea è magnificamente resa dagli splendidi disegni; lo stile è forse rotto e stridente, ma è proprio quello che serve per esprimere il degrado, la tristezza, il declino dell’eroe. Un eroe finalmente umano, scorticato e pulsante al punto di apparire quasi possibile. Questa concentrazione su Batman penalizza ovviamente gli altri personaggi, che restano marginali, nella coda dell’occhio, anche se gli squarci a loro dedicati dall’autore ce li rivelano quanto basta.“Il ritorno del cavaliere oscuro” è un esperimento perfettamente riuscito, un capolavoro irripetibile che può essere messo a confronto con i più grandi lavori dei più grandi autori di fumetti come Taniguchi, Moebius, Tezuka, Schulz.
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