Dagli autori

MESSAGGI DAGLI AUTORI:

David ALmond
DAVID ALMOND
Ciao a tutti i lettori Xanadu! Sono contentissimo che abbiate letto i miei libri. È una vera emozione per me, mentre scrivo dalla mia scrivania nel Nord dell’Inghilterra, sapere che i miei libri esistono in un’altra lingua, in un altro paese. Le storie ci avvicinano. Ci aiutano a comprenderci l’un con l’altro e a condividere i nostri mondi, reali e immaginari. Spero che i miei libri vi siano piaciuti. Continuate a leggere, continuate a scrivere, continuate a immaginare. Con i miei migliori auguri, David Almond

Hello to all my Xanadu readers! I’m delighted that you’re reading my work. It’s a real thrill for me, as I sit at my desk in the North of England, to know that my books exist in another language, in another country. Stories draw us together. They help us to understand each other and to share our real and imaginary worlds. I hope you enjoy my books. Keep reading, keep writing, keep imagining! All best wishes, David Almond.

Aidan chambers
AIDAN CHAMBERS
Ciao a tutti i lettori Xanadu. Sempre più spesso sento dire che i ragazzi – e cioè, VOI – non leggono affatto o non leggono più libri. Chi lo dice pronuncia la parola libri come se fosse una parolaccia. Quando sento dire certe cose chiedo, con l’aria più innocente del mondo, Ma voi avete mai sentito parlare dei lettori Xanadu in Italia? E quando mi rispondono, No, non ne abbiamo sentito parlare – perché questi ignoranti non ne hanno mai sentito parlare – dico loro che i lettori Xanadu sono tutti ragazzi, che possono anche essere GIOVANI ma sono più ADULTI di molti adulti, e che i lettori Xanadu – e cioè VOI – dimostrano che tutte queste persone sciocche si sbagliano quando pensano che i ragazzi – cioè, ancora VOI – non leggono libri. Perciò, cari compagni lettori Xanadu, lanciamo un forte Hip Hip Urrà per tutti quelli come noi, giovani e vecchi, che sono lettori di libri e sanno quanto può essere bello leggere. Bravi! I più affettuosi saluti da un vostro ammiratore, Aidan Chambers.

Greetings to all Xanadu readers. Again and again I hear how young people – they mean YOU – do not read anything, or no longer read books. They say books as if it were a dirty word. When I hear this I always ask as innocently as I can, Have you heard of the Xanadu readers in Italy? And when they say no – because such ignorant people never have – I tell them very clearly that the Xanadu readers are all young people, that they may be YOUNG but they are more ADULT than most adults, and that they – YOU – prove that all these silly people are wrong who think young people – YOU – do not read and do not read books. So, dear companion Xanadu readers, let us raise a cheer loudly for all those of us, young and old, who are readers of books and know how rewarding reading and books are. Bravo! And warmest greetings from one of your admirers: Aidan Chambers.

joeLansdale

JOE LANSDALE
Il fatto che il mio romanzo sia piaciuto ai lettori italiani è per me una grande gioia. Sono onorato e lusingato dalla vostra risposta a Acqua Buia, è il genere di cosa che rende ancora più appagante il mettersi di fronte a una pagina bianca cercando di estrarre, da quel vuoto abbacinante, nuove storie da raccontare. Grazie di cuore. E continuate a leggere. Joe Lansdale

The fact that my novel has been appreciated by my Italian readers is a great joy to me. I am honored and humbled by this kind response. It makes it so much more satisfying to face the empty page and reach into the stark whitness of it and find more stories to tell. Thank you kindly. And keep reading. Joe Lansdale

Gary Paulsen

GARY PAULSEN
Sono cresciuto in una piccola città nel nord del Minnesota, dove le persone facevano fatica a mettere il cibo in tavola e i vestiti sulle spalle. Viaggiare, specie in Europa, era qualcosa di inaudito tra le persone che frequentavo da bambino. Così, quando, ormai adulto, i libri mi portarono in Italia per la prima volta nel 1996, mi sentii quasi trasportato, non solo in un altro paese, ma in un altro mondo.
Scesi dall’aereo a Bologna, battendo gli occhi e stordito dal fuso orario, e fui subito trascinato a fiere del libro e cene e conferenze e interviste e incontri con gli editori e su un treno attraverso la campagna che mi portò tra i bellissimi canali di Venezia dove parlai a futuri insegnanti in una stanza dell’università che era più antica della Costituzione degli Stati Uniti d’America. E, cosa ancor più meravigliosa di tutte, incontrai lettori.
Incontrai persone che leggevano i miei libri in una lingua che non capivo e che non avevo mai sentito parlare fluentemente prima di allora. Mi stringevano la mano e mi davano piccole pacche sulle spalle e mi baciavano sulla guancia e mi mostravano i loro libri. I libri con le pagine spiegazzate che io avevo scritto in inglese e che loro avevano letto in italiano. E mi facevano domande sulle mie storie, con moltissimi gesti delle mani e sforzi di gruppo per tradurre, e condividevano alcune delle loro storie con me. E, all’improvviso, parlavamo la stessa lingua.
L’intera esperienza fu, semplicemente, magica. Confesso di avere un debole per i miei amici e i miei fan italiani. Continuerò a scrivere se voi continuerete a leggere e forse, un giorno, tornerò in Italia e vi dirò quello che ogni scrittore desidera dire a ogni suo lettore: Grazie. Grazie per leggere i miei libri.
Il vostro amico,
Gary Paulsen

I grew up in small towns in northern Minnesota where people struggled to put food on the table and clothes on their backs. Travelling, especially to Europe, was unheard of by the people I knew when I was a kid. So, when I was very grown up and my books took me to Italy for the very first time back in 1996, I felt like I’ been transported, not just to another country, but to another world altogether.
I stepped off the plane in Bologna, blinking and dizzy from jet lag, and was whisked off to book fairs and dinners and speeches and interviews and meeting publishers and a train through the countryside taking me to the beautiful canals of Venice where I spoke to future teaches at a university in a room that predated the Constitution of the United States. And, most wonderful of all, I met readers.
I met people who read my books in a language I didn’t understand and had never heard spoken fluently before. They shook my hand and they patted my shoulder and they kissed my cheeks and they showed me their books. Their dog-eared books that I’d written in English and they’d read in Italian. And they asked me, with lots of hand gestures and group efforts at translation, questions about my stories and shared some of theirs. And, all of a sudden, we spoke the same language.
The whole experience was, simply, magic. I have a soft spot in my heart for my friends and supporters in Italy. I’ll keep writing if you keep reading and maybe, someday, I’ll come back and tell you what every writer wishes they could say to every reader: Thank you. Thank you for reading my books.
Your friend,
Gary Paulsen

helgaschneiderintervista

HELGA SCHNEIDER
Carissimi ragazze e ragazzi,
innanzitutto desidero mandare un virtuale e affettuoso abbraccio a tutti voi, e complimentarmi per il vostro impegno, per la disponibilità e lo sforzo nel voler comprendere la Storia del passato. L’uomo trae da sempre esperienze dal passato per comprendere meglio il presente.
Sono fiera del fatto che quest’anno Xanadu, il progetto che prevede la lettura e il commento di storie pubblicate su un sito web, abbia scelto come capostipite dei percorsi dedicati alla Storia il mio “Il rogo di Berlino”. Il libro è uscito vent’anni fa, è stato tradotto in molte lingue e nel frattempo è diventato un classico. E’ la mia testimonianza del regime nazista e della guerra che Adolf Hitler ha voluto ad ogni costo, scatenandola nel 1939 e trascinando la Germania in un abisso di odio, violenza, morti, distruzione, miseria fisica e morale e condannando la nazione a una tragica, epocale disfatta.
L’idea di questo libro nacque, forse solo inconsapevolmente, un giorno di maggio del 1945 in una cantina a Berlino. La guerra era appena finita, i terribili bombardamenti cessati, gli altri inquilini erano saliti ognuno nella propria abitazione, spesso violata e rovinata dalle esplosioni,  e io mi trovai sola in quel rifugio ormai vuoto dove avevamo trascorso molti mesi al freddo, senza acqua potabile, con la fame terribile e subendo giorno e notte i bombardamenti degli alleati. Quando il mio nonno acquisito mi chiamò dalle scale chiedendomi perchè tardassi, se avevo dimenticato qualcosa, io risposi: “Sto guardando tutto per non dimenticare niente.”
Non ho dimenticato, e nel 1995 quella testimonianza, che intitolai “Il rogo di Berlino”, prese vita quando un editore prestigioso – Adelphi – decise di pubblicarla.
Vent’anni fa mi rallegrai perchè finalmente ero diventata una scrittrice, ma poi dovetti rendermi conto che i miei lettori mi consideravano prima ancora che una scrittrice, una testimone, e accettai quell’impegno, quel dovere morale. Sono una testimone che in vent’anni ha incontrato nelle scuole italiane migliaia di studenti per parlare di guerra, e per una cultura della pace che purtroppo ancora non c’è.
Per finire una raccomandazione accorata a voi, che siete gli adulti di domani.
L’Italia gode da decenni di una condizione pacifica, ma questo non significa che la pace sia garantita per sempre. E nemmeno il rispetto di principi come la democrazia, la garanzia dei diritti umani o la libertà di pensiero o di parola sono assicurati in eterno. Perché occorre sempre riaffermare di nuovo questi importanti e indispensabili valori in un paese che vuole chiamarsi civile e progredito.
Mi raccomando, cari ragazzi!
Un bacione!
Helga Schneider

CONSIGLI DAGLI AUTORI

melvin-burguess

MELVIN BURGESS
Una canzone che ti ha cambiato la vita a 16 anni:
– deve essere dei Beatles. Forse I am the Walrus. Non so perché mi piacesse così tanto. Forse perché era poesia, forse perché era nonsense e perché amavo i Beatles. Sono cresciuto con loro. Avevo otto anni quando uscirono le loro prime canzoni e sedici quando si separarono. La loro musica cambiò moltissimo durante quel periodo, e cambiai moltissimo anch’io.

Un film che ti ha cambiato la vita a 16 anni:
– Mmmm, sapete, quando ero ragazzino odiavo il fatto che si potesse sempre indovinare il finale di un film o di un libro. I buoni vincevano e i cattivi perdevano. Mi faceva andare giù di testa, perché a me piacevano più i cattivi dei buoni. Perciò quando uscì Il Buono, il Brutto e il Cattivo fui contentissimo – era il primo film che vedevo con un anti-eroe e mi piacque per quello.

Un libro che ti ha cambiato la vita a 16 anni:
Mattatoio n.5 di Kurt Vonnegut. Mi piaceva la fantascienza, ma non ci trovai mai niente di simile a Mattatoio n.5. La visione del mondo di Vonnegut, strana, saggia, divertente, gli esilaranti sviluppi della storia e l’orribile scenario cupo del romanzo, ambientato nella seconda guerra mondiale, mi conquistarono e mi cambiarono nel profondo. Amo ancora quel libro e tutta l’opera di Vonnegut.

Tre cose da fare prima di compiere 17 anni
- I baci – ovviamente!
– Ubriacarsi di qualcosa… di idee, di speranza, di amore, di una persona o anche solo di alcolici, se proprio non riuscite a trovare nient’altro.
– Fate cose che non dovreste fare – altrimente come farete a sapere che cos’è la passione, che cosa vi fa bene, che cosa vi fa male, che cosa vi piace e cosa non vi piace? Le persone che non sbagliano non imparano niente.

biondillo3

GIANNI BIONDILLO
Una canzone che ti ha cambiato la vita a 16 anni:
un intero disco: The Wall dei Pink Floyd

Un film che ti ha cambiato la vita a 16 anni:
2001 Odissea nello spazio di Stanley Kubrick

Un libro che ti ha cambiato la vita a 16 anni:
La metamorfosi di Kafka

 Tre cose da fare prima di compiere 17 anni
Viaggiare!
In Italia…poi in Europa…poi nel mondo.