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Never mind the bollocks

Never Mind the Bollocks, Here’s the Sex Pistols

Never Mind the Bollocks, album dei Sex Pistols del 1977, è considerato dalla critica una pietra miliare del genere punk, un disco svolta che ha conferito al mondo intero un’immagine chiara di cos’è il punk. Siamo negli anni 70, i giovani si ribellano alla società ottusa, portano i capelli lunghi, sperimentano droghe e un nuovo modo di vivere la sessualità, e i Sex Pistols cantano: “I am an Antichrist, I am an anarchist/ Don’t know what I want but I know how to get it” (“Io sono un Anticristo, Io sono un anarchico/ Non so cosa voglio ma so come ottenerlo”).

Le prime parole di Never Mind The Bollocks sono “I don’t” = Io NON, un urlo di rifiuto che viene ripetuto per tutti e 12 i brani. Un disco duro e tagliente anche dal punto di vista musicale, che sfida le convenzioni e grida alla rinascita del rock intriso di punk. La censura britannica tentò senza successo di oscurare l’irriverente singolo God Save The Queen:

Oh signore Dio abbi misericordia
Tutti i crimini sono pagati
Quando non c’è futuro
Come può esserci peccato?
Siamo i fiori nella pattumiera
Siamo il veleno nella vostra macchina umana
Siamo il futuro, il vostro futuro
Dio salvi la regina
Hai capito bene
Amiamo la nostra Regina
Dio la salvi
Dio salvi la Regina
Hai capito bene
E non c’è futuro
Nel sogno dell’Inghilterra
Nessun futuro, nessun futuro
Nessun futuro per voi

Con questo album i Sex Pistols divennero i portabandiera di una cultura musicale e di uno stile di vita.