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Hei aspetta, © Jason/Black Velvet 2003

Fëdor Dostoevskij

Fëdor Dostoevskij

È nato il 30 ottobre del 1821 a Mosca, secondo di sette figli. L'atmosfera in casa Dostoevskij è opprimente e i bambini hanno un'infanzia infelice, nonostante il carattere semplice e allegro della madre che ama la musica e legge Puskin e Zukovskij. Dopo la morte della madre, Fedor, su insistenza del padre, fa domanda d'ammissione alla Scuola Superiore di Ingegneria di Pietroburgo, dove dal 1838 al 1843 studia, lottando in segreto per difendere la propria vocazione letteraria; legge avidamente, non prova alcuna inclinazione per l'ingegneria militare (ma è attirato dall'architettura e gli rimarrà per sempre il gusto per gli edifici, gli interni, la loro fisionomia, il loro carattere).
Nel 1839 muore misteriosamente il padre, forse ucciso dai suoi contadini che era solito maltrattare sotto i fumi dell'alcool. Si dice che dopo aver ricevuto la notizia, Fedor ebbe il suo primo attacco di epilessia, malattia che si presenterà più volte nel corso della sua vita. Il 12 agosto 1843 Fedor termina gli studi ed ottiene il diploma, il grado di ufficiale e un modesto impiego come cartografo in un distaccamento di Pietroburgo. Lo stipendio è misero ed inoltre comincia in questo periodo la sua passione per il gioco; nelle situazioni più disperate è capace di giocare e perdere migliaia di rubli, dannandosi l'esistenza per far fronte ai debiti, alle cambiali e agli usurai. Da questa situazione di disperazione assoluta nasce il suo odio per i tranquilli borghesi, i piccoli commercianti, i proprietari, gli accumulatori: incapace di maneggiare i soldi, è generoso fino all'estremo.
A 23 anni è scrittore a tempo pieno. Il 25 aprile 1849, alle cinque del mattino, Dostoevskij viene arrestato e imprigionato nella fortezza di Pietro e Paolo con l'accusa di far parte di una società segreta sovversiva. Il 16 novembre è condannato alla pena di morte mediante fucilazione, esecuzione che all'ultimo momento viene commutata in condanna ai lavori forzati in Siberia. Nella fortezza di Omsk, Dostoevskij passa quattro anni a contatto con detenuti di ogni genere, provenienza, estrazione, ognuno con una storia diversa; tutto materiale che verrà utilizzato per Memorie da una casa di morti.
Nel 1859 viene congedato per motivi di salute, si trasferisce a Tver, quindi a Pietroburgo, sempre, però, sotto la sorveglianza della polizia segreta.
Il 28 gennaio 1881 muore a Pietroburgo, per il peggioramento dell'enfisema polmonare da cui è affetto. Viene sepolto nel cimitero del convento Aleksandr Nevskij, accompagnato da una folla immensa.

Bibliografia
L’adolescente, Garzanti, 1999
I demoni, Feltrinelli, 2000
Memorie dal sottosuolo, Garzanti, 2002
L’idiota, Feltrinelli, 2002
Il sosia, Garzanti, 2003
Umiliati e offesi, Garzanti, 2003
Il giocatore, Einaudi, 2005
I fratelli Karamazov, Einaudi, 2005
Delitto e castigo, Einaudi, 2005
I suoi libri in Xanadu: