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Immagini tratte da:
Hei aspetta, © Jason/Black Velvet 2003

Xanadu nell'immaginario


La parola Xanadu deriva dal poema Kubla Khan di Samuel Coleridge, affascinante poeta inglese, scritto tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento, dopo uno strano sogno.


L'idea centrale nel componimento è il recupero delle forze oscure e irrazionali della natura e dell'uomo, tipico del particolare momento storico e culturale di passaggio da illuminismo a romanticismo.
Con "Xanadu" Coleridge indica "the magic place of literary memory", ovvero il luogo magico della memoria letteraria:


Xanadu
La ballata di Kublai Khan


In Xanadu si fece costruire
Kubla Khan un duomo di delizie:
Dove Alfeo, sacro fiume, verso un mare
Senza sole giù correva
Per caverne che l'uomo non può misurare.
Per cinque e cinque miglia di fertile suono
Lo circondò con torri e mura;
C'erano bei giardini, ruscelli sinuosi,
Alberi da incenso in fioritura;
C'erano boschi antichi come le colline
E assolate macchie di verzura.

Ah quel romantico abisso che sprofondava
Obliquo la verde collina in un folto di cedri!
Luogo selvaggio! Luogo santo e fatato
Quale fu mai visitato a una luna calante
Da una donna in sospiri per il suo dèmone amante!
E dall'abisso, fremente in continuo tumulto,
Quasi scotesse la terra un cupo affanno di palpiti,
Una possente fontana d'un tratto sprizzò:
E tra i suoi scrosci semintermittenti
Balzavano enormi frammenti come di grandine
O di grano che salta battuto dal battitore:
E in questa danza di pietre-cristalli
Il fiume sacro nasceva improvviso.
Per cinque miglia serpeggiando fluiva
Il fiume sacro fra boschi e piccole valli,
Giungeva a caverne che l'uomo non può misurare,
Poi sfociava in tumulto a un oceano senza vita:
E nel tumulto Kubla udì le voci remote
Degli antenati che predicavano guerra!

L'ombra del duomo di delizia
Fluttuava sull'acqua a mezzo via,
Dove si confondeva il ritmo sovrapposto
Della fontana e delle grotte.
Era un prodigio di rara maestria:
Antri di ghiaccio e cupola solatìa

Una fanciulla con salterio
Io vidi in una visione:
Era una giovane Abissina
E col suo salterio sonava,
Del Monte Abora cantava.
Potessi in me resuscitare
Quel suo canto e melodia,
Vinto di gioia ne sarei,
Di piena musica nell'aria
Quel duomo anch'io fabbricherei,
Quelle grotte di ghiaccio, la cupola di sole!
E ognuno che ascoltasse li vedrebbe,
Tutti gridando: attento! Attenti!
I suoi occhi di lampo, le sue chiome fluenti!
Fargli tre volte intorno un cerchio,
Chiudi gli occhi con santo timore,
Perché con rugiada di miele fu nutrito
E bevve latte di paradiso.


In seguito altri artisti, ispirati da questo poema di Coleridge, hanno recuperato il nome Xanadu:


Il grande regista Orson Welles ha chiamato così la dimora mausoleo del protagonista del film Quarto potere (Citizen Kane, 1941), una sorta di reggia in cui un ricchissimo magnate, proprietario di molteplici fonti di informazione e pretendente alla presidenza del paese, ha raccolto una serie infinita e disordinata di vestigia ed oggetti provenienti da culture di tutto il mondo.


Lee Falk e Phil Davis, creatori del celebre fumetto Mandrake, hanno voluto dare il nome Xanadu al rifugio segreto del grande illusionista.


Xanadu è anche un musical con Olivia Newton John e Gene Kelly, e una canzone dei Rush.


Xanadu è anche il nome di un progetto ipertecnologico e utopistico, rimasto incompiuto, di una rete bibliotecaria universale, digitalizzata e multimediale, progettata dal programmatore Ted Nelson negli anni Sessanta. Nelson è stato l'ideatore dell'ipertesto, ovvero di quella forma di testo informatizzata su cui oggi si basa l'intera rete web, compreso ovviamente questo sito.


Ma le prime notizie che ne abbiamo risalgono addirittura al Milione di Marco Polo!


http://it.wikipedia.org/wiki/Xanadu