Cosa mi è piaciuto e perché (personaggi, situazioni, stile...) Prima di leggere questo libro mi ero immaginata una storia completamente diversa da quella che ho trovato. Mi immaginavo la solita trama dell’alieno che arriva sulla terra, che deve combattere per tenere nascosta la sua identità, che eroicamente riesce a portare a termine il suo compito e ricongiungersi con i suoi simili nonostante gli ostacoli creati dagli uomini…Ma non ho trovato quasi nulla di tutto ciò. Perciò quando ho finito il libro mi sono chiesta che messaggio l’autore volesse trasmettere con ciò che aveva scritto, e senza trovare una risposta mi è sembrato un libro che non seguiva un filo logico. Infatti nel corso della storia non avviene mai nulla di ciò che ci si aspetterebbe (Thomas non completa l’astronave, non può comunicare con i suoi simili e per di più abbandona il progetto per cui è venuto sulla terra), senza contare che il pianeta Anthea non lo si incontra mai direttamente, e quindi appare quasi come una entità della cui esistenza ha dubbi lo stesso autore, che conosce la storia. Perciò può apparire come un libro pieno di anticipazioni di cose che poi non accadono. Però ora che ho finito di leggerlo da poco ho ripensato alla storia e ho trovato che in realtà per i temi che tratta essa è molto ben “costruita”. Infatti mi è piaciuto molto il modo in cui l’autore mostra dei tratti del carattere dell’uomo attraverso il protagonista, che paradossalmente è un alieno. Egli ha molte debolezze umane (il bere per esempio), e ha gli stessi sentimenti e sensazioni che provano gli uomini: paura, tristezza, solitudine, voglia di abbandonare tutto, incertezze su chi si è e quale è il proprio compito…tanto che lavorando sodo è riuscito a diventare un vero “finto essere umano”. Nonostante ciò, non riesce a capire in tutto gli uomini (e la cosa è assolutamente reciproca), e questo è la causa della grande solitudine che prova. Attraverso di lui, Walter Tevis mostra quindi la grande solitudine di tante persone (non necessariamente aliene), che non riescono a comunicare con gli altri e che per questo soffrono. Il modo in cui l’autore ha espresso tutto ciò mi è davvero piaciuto, soprattutto per la situazione paradossale in cui i sentimenti più umani appartengono ad un alieno (che dopotutto è un “uomo caduto sulla terra"). Per me l’autore si identifica eccessivamente nel personaggio. In certi punti del libro infatti sembra davvero di leggere una sorta di autobiografia mascherata, con la conseguenza che l’attenzione si concentra sul personaggio e non sulla storia. Perché, anche se è vero che il libro vuole proprio descrivere un certo tipo di persone attraverso i suoi personaggi e quindi deve dare loro molta importanza, è vero anche che dovrebbe dare importanza alla storia in sé, agli avvenimenti, altrimenti si perde il contesto e la storia (almeno per me) risulta noiosa. Infatti, se c’è una cosa che manca a questo libro, è proprio un equilibrio tra l’attenzione dedicata alla storia e quella dedicata ai personaggi. Pensando a questo libro la prima canzone che mi viene in mente è “Io vengo dalla Luna”, di Caparezza, anche se non sarebbe per nulla adatta come sua colonna sonora. Infatti per un libro che racconta di solitudini ci vuole una musica tetra e un po’ lugubre, regolare, come può essere il rumore del vento. Perciò opterei per delle tristi note di violino, anche se non mi viene in mente nessun titolo in particolare. Credo che questo libro vada bene per qualunque tipo di persona: è praticamente senza tempo, ed anche se è di genere fantascientifico, di tratti fantascientifici (armi inaudite, tecnologie avanzatissime, alieni impossibili) non se ne vedono molti. Gioca più sulla psicologia, perciò se devo scegliere a che tipo di persone consigliarlo, lo consiglio a persone empatiche, che riescono a comprendere gli altri senza tante spiegazioni e tanti perché. Dopo l’ultima pagina mi piacerebbe che Newton finisse il progetto e salvasse la terra e gli Antheani, ma questo succederebbe solo se si è molto predisposti a “Gianni, l’ottimismo è il profumo della vita!”. Dato che il libro ha una visione più pessimista, sono più propensa a pensare che Newton riceverà un messaggio dagli Antheani di risposta al suo,dove vi è scritto che gli Antheani hanno trovato un modo per salvarsi ma che non possono venire a prenderlo, e che quindi il suo lavoro e la sua fatica sono stati del tutto inutili. Leggendo il libro mi sono venuti in mente “Il giovane Holden”ed il film “L’attimo fuggente”, per l’incapacità dei personaggi di comunicare con gli altri o di sentirsi come loro.
Per il resto lo stile è molto semplice, scorrevole, facile da leggere, e il tempo della storia è maggiore al tempo della narrazione, quindi non preoccupatevi! Non ci sono lunghe descrizioni o noiose digressioni.
Comunque, se non si legge la prefazione all’inizio della libro, non si nota questa somiglianza tra l’autore e il protagonista.
Giò
voto: Discreto