Cosa mi è piaciuto e perché (personaggi, situazioni, stile...) Mi è piaciuto, più di tutto il resto in questo fumetto, il modo in cui dai disegni traspare il carattere ribelle, volutamente appariscente e provocatorio della protagonista. Fin da subito i contorni sono decisi, come ad indicare che la marchesa ha sempre avuto una propria personalità risoluta, ma via via tutto si carica, si intensifica, si rafforza sempre più tanto nei tratti quanto negli episodi che questi raffigurano, fino a diventare esagerato. Questo non è certo un appunto negativo, ma dà l’idea, al contrario, della passione eccessiva della marchesa per sé stessa, che non si esaurirà nemmeno quando, nelle ultime pagine, tutto attorno a lei si farà grigio, ma non i suoi occhi né tantomeno i suoi capelli, caratteristici e sgargianti anche nel suo declino. Anche se la trovo a suo modo coraggiosa e in quella eccentricità la ammiro, è la sua vita quello che nel fumetto mi è piaciuto di meno. Apprezzo come è stata raccontata, pensata da molti punti di vista diversi, ma probabilmente lo considero un modo troppo smodato e forse inopportuno per ricercare la libertà. Non saprei trovare una canzone specifica per questo fumetto, ma di certo dovrebbe essere forte e trasgressiva, come la donna che ne è protagonista. Una figura che mi ricorda molto la marchesa Casati è quella di Madonna, che come lei per tutta la vita ha voluto essere al centro dell’attenzione e stupire; è proprio uno dei suoi brani, spesso volutamente scandalosi, che metterei come colonna sonora a questo libro. Consiglio La Casati agli appassionati di fumetti e non, a chi piacciono le biografie, specialmente di persone con vite fuori dal comune. Dal momento che è una lettura veloce e che il messaggio fondamentale non è difficile da cogliere, lo suggerisco a chiunque voglia trascorrere un paio d’ore piacevoli leggendosi una storia a dir poco originale. Maria Ruspoli: … una volta le chiesi se non stesse esagerando… La figura della protagonista mi ha ricordato quella di Nora in Casa di bambola di Henrik Ibsen: entrambe sono donne che nascondono una incredibile fragilità dietro le loro maschere di eccentricità ed egocentrismo per la prima e di felicità per la seconda.
Marchesa Casati: Mah… Non ho mai capito la domanda…
Gwyneth
voto: Bello