Cosa mi è piaciuto e perché (personaggi, situazioni, stile...) Son stata piacevolmente sorpresa nello scoprire che in “L’uomo in fuga” King non racconta semplicemente una storia appassionante, come suo solito. O meglio, non solo. Questa volta tra le righe si delinea un’implicita critica alla strada che il mondo ha intrapreso e continua a percorrere ogni giorno, una riflessione su ciò che stiamo diventando e su ciò che stiamo scegliendo di fare della nostra vita. Il “Re” questa volta parla di orrori reali, quelli di cui già si discute da tempo ma in modo troppo distaccato e superficiale, come se non ci interessassero davvero, e lo fa aprendoci le porte a un futuro cinico e sterile per il quale stiamo comprando un biglietto di sola andata. Non è quel futuro lontano e straordinario che ci mostrano ingannevoli film di fantascienza, è un futuro possibile – purtroppo – e forse più imminente di quanto si possa immaginare. Non che l’intreccio non mi sia piaciuto, ma sfigura leggermene di fronte ad altri romanzi di King (ad esempio “IT”, “Cose Preziose”, “Il Talismano” etc..). La fine invece mi ha deluso, non per il suo catastrofismo (decisamente gradito alla sottoscritta), ma perché troppo prevedibile e innegabilmente simile a quella di un altro scritto del medesimo autore. Scegliendo la colonna sonora per questo libro ho preferito concentrarmi sul disperato stato di rovina e squallore che fa da sfondo alle vicende, piuttosto che sul dramma personale del protagonista. Infatti le situazioni che egli si trova ad affrontare non sono altro che il riflesso del mondo marcio da cui è circondato. La canzone è “Our Own Grave”degli All Shall Perish. La trovo molto adatta sia per i suoni opprimenti, sia per il testo dal contenuto particolarmente forte. Eccone alcune righe tradotte: A chi vuol leggere un libro piacevole e non troppo impegnativo, che tuttavia offre numerosi spunti di riflessione. Il finale non lascia molto spazio all’immaginazione. Leggete il libro e capirete perché non posso ipotizzare alcun seguito! “Uscita per l’inferno”, un altro romanzo di Stephen King. Entrambi i protagonisti si trovano costretti a mettersi in gioco in prima persona e ad affrontare situazioni estreme per difendere ciò che hanno, ciò a cui tengono maggiormente. Quel che più li accomuna è un destino poco clemente, che non rende onore alla loro forza d’animo e al loro lottare disperatamente determinato.
Oltre all’ambientazione, che secondo me è particolarmente significativa, ho trovato ancora una volta molto gradevole lo stile asciutto e diretto dell’autore, in questo caso assolutamente adeguato alla storia. I personaggi son ben caratterizzati e realistici.
“Butto via tutte le bugie di cui mi hanno ingozzato
Ogni giorno il nostro mondo si regge sulle sue gambe avvizzite
e io combatto per trovare una ragione che sia importante
Perché le tue grida addolorate sono echi nella risata di quelli
che hanno suggellato il nostro destino… loro hanno suggellato il nostro destino
Tutto il mio acuto disprezzo per il nostro modo di vivere malato
mi ruba ogni ultima speranza… per la nostra sopravvivenza come specie
Perduti, osservo noi stessi scavarci la nostra fossa”
Chimaera
voto: Bello