Cosa mi è piaciuto e perché (personaggi, situazioni, stile...) Sicuramente ciò che ho trovato di più interessante nel libro è il tema che la scrittrice ha scelto di affrontare, ossia il mondo degli adolescenti ( che è poi anche il mio mondo!). Più precisamente, nel libro vengono analizzati i problemi che normalmente incontrano gli adolescenti nei rapporti con i loro genitori, nell'amicizia, nell'amore, nella scuola e in generale nella vita . In particolare, ci vengono presentati i comportamenti con cui li affrontano due adolescenti, Rosie e Asher, i protagonisti appunto di questo romanzo. Innanzitutto questo libro non mi è piaciuto molto perché, pur trattando dei temi interessanti e a me vicini, non è riuscito a coinvolgermi veramente nella vicenda e a trasmettermi delle emozioni. Come colonna sonora di questo libro metterei alcuni brani del musical “Grease”, nel quale le musiche accompagnano le vicende amorose, scolastiche, ecc… di un gruppo di giovani. Questo libro lo consiglio a ragazzi della mia età, che vogliono “esplorare” il mondo degli adolescenti, ma anche a qualche adulto che ha voglia di fare un “tuffo nel passato”, in modo abbastanza originale. …tra Rosie e la madre Lily si instaura col tempo un buon rapporto. Lily è riuscita a riavvicinare a sé la figlia, la quale ha compreso gli errori commessi in passato, facendone tesoro (“…ho una piccola cicatrice dove una volta c’era il mio anello da naso”). Ma per Lily incomincia però una nuova serie di contrasti, questa volta con il fratello Harry, che sta crescendo. Mi rendo conto che può sembrare ridicolo, però, pensando alla storia di questo libro, mi viene in mente il personaggio di Pippi Calzelunghe, con i suoi atteggiamenti ribelli nei confronti del mondo dei “grandi”.
Questi due ragazzi, entrambi quindicenni, sono sempre in contrasto con il mondo degli adulti, si tratti di genitori o di insegnanti; sono infatti convinti che gli adulti, in quanto tali, non possono capirli ("Gli adulti non ci vedono veramente, vedono solo jeans...e capelli corti...E' come se fossimo su pianeti diversi"). Rosie, ad esempio, vorrebbe farsi il piercing al naso, ma sua madre non è assolutamente d'accordo e glielo impedisce. Proprio nella prima pagina del libro, la protagonista afferma: "Mi chiamo Rosie...Ho quindici anni e sono disperata". Invece, la madre di Rosie dice: "Fra me e Rosie le cose vanno di male in peggio".
Questi contrasti tra i due ragazzi ed i loro genitori, ad un certo punto, diventano talmente forti che i due giovani scappano di casa ("Che palle mia madre. Vecchia strega. Non è mai stata giovane, non ha mai voluto divertirsi?" ..."Io e la mamma non andiamo d'accordo su niente. E' come se non volesse che io cresca, vuole che io faccia tutto come dice lei per sempre").
Ma è proprio scappando che Rosie e Asher capiscono, in realtà, di non poter essere ancora del tutto indipendenti, di aver ancora bisogno di consigli,...di aver ancora bisogno di crescere vicino ai loro genitori.
E quindi è proprio con la fuga che i due adolescenti scoprono quanto è in realtà importante ciò che è rimasto a casa ("Sono contenta di essere a casa" afferma Rosie).
La cosa che più mi è piaciuta di questo libro è proprio questa “nostalgia di casa”, che riesce, alla fine, a riavvicinare due mondi così lontani.
Da una parte abbiamo Rosie e Asher, lanciati alla scoperta del futuro, di cose nuove, ma con tutti i problemi e le insicurezze di ogni adolescente (dice Rosie: “…sento che non appartengo a nessun posto. Questa è la cosa peggiore…”; e ancora: “…qualche volta credi di sapere dove stai andando. Credi di sapere che cosa porterà ogni giorno…Ma a volte ti sbagli”).
Dall’altra parte c’è il mondo degli adulti, che cercano di imporre loro “limiti e regole”, e soprattutto quello dei genitori, che troppo spesso si scordano di essere stati a loro volta giovani o che, come dice la madre di Asher, non sanno veramente “com’è essere un genitore”.
Si tratta di due mondi che in realtà hanno in comune molti problemi (come ad esempio quello di dover affrontare delle separazioni) e molte insicurezze (“…è dura quando gli adolescenti crescono e cominciano ad affermarsi come persone”) e che, con l’aiuto di qualche “coccola” in più ed eliminando qualche predica inutile, possono essere più vicini.
Fondamentale è sicuramente il rispetto reciproco e che gli adulti si rendano conto che noi adolescenti possiamo crescere solo separandoci, a poco a poco, da loro (“…ho quindici anni sono Rosie sto cambiando…lasciatemi volare”), consapevoli però, noi ragazzi, che abbiamo comunque bisogno della loro guida (“Bè, devo ammettere che è stato un sollievo togliermi l’anellino dal naso…”, dice Rosie, “…Era così scomodo quando me lo soffiavo”).
Inoltre, non mi è piaciuta neppure la struttura del libro. Il romanzo infatti, suddiviso in un’infinità di brevi “capitoli” (alcuni dei quali costituiti solamente da poche righe), si presenta come una specie di diario, dove gli avvenimenti e i pensieri dei protagonisti vengono narrati in modo cronologico e, quindi, freddo e distaccato.
Un altro aspetto che non ho apprezzato affatto è il modo in cui vengono descritti i pensieri dei personaggi.
Si tratta infatti di una scrittura priva di punteggiatura, dove i pensieri dei protagonisti vengono come buttati sulla carta, così come nascono nella mente dei personaggi stessi, in alcuni punti senza un apparente ordine logico.
Probabilmente l’intento dello scrittore era quello di far risultare una narrazione più scorrevole e reale degli eventi, mentre, secondo me, il risultato è una scrittura di non sempre facile comprensione.
Giuggi
voto: Cos cos