Cosa mi è piaciuto e perché (personaggi, situazioni, stile...) La cosa che mi è piaciuta di più è il fatto che Missiroli abbia sempre mantenuto un velo di mistero nel raccontare i fatti e quindi a invogliare il lettore a proseguire nella lettura. Questo libro mi ha trasmesso moltissime emozioni e tutte molto forti:vengono infatti contrapposte l'angoscia e la cattiveria (di quando Pietro si reca da Carmine oppure viene sgridato e picchiato dal padre) con l'amicizia fortissima e solida tra Pietro e Luigi, (quindi l'amicizia di due ragazzini) e quella tra Pietro e il giardiniere, (quindi fa capire anche come sia possibile il vero e proprio legame tra un adulto e un ragazzino).Mi ha affascinato inoltre l'amore di pietro nei confronti della madre,e quindi il conseguente rapporto di rispetto e di bontà che si era creato tra i due. Ho inoltre apprezzato lo stile di Marco Missiroli, che da ottimo narratore onniscente, ha esplicitato tutte le emozioni provate da ogni personaggio e tutte le sue caratteristiche fisiche principali, dando l'opportunità al lettore di immaginare la storia nei minimi dettagli.Mi Non mi è piaciuto il fatto che Missiroli non abbia spiegato in modo più chiaro ciò che il padre faceva; mi avrebbe fatto piacere, alla fine, capire in modo oggettivo che questo apparteneva a un comitato di mafiosi. Inoltre non ho compreso il perchè del fatto che l'autore non abbia chiarito, magari alla fine, l'età di Luigi. Io ho concluso con il pensare che egli avesse pochi anni, in quanto nelle preghiere scritte con il suo modo di pensare emerge l'infantilità del ragazzino nell'esporre i suoi desideri. mentre leggevo questo libro mi è venuta in mente una canzone che parla di un episodio di mafia, dove quindi viene raccontata la storia di Aldo Moro, che nel 9 maggio del '78 viene assassinato dalla mafia. La canzone è dei Modena City Ramblers e si intitola-I cento passi- consiglio questo libro a chi interessa conoscere un mondo che è ancora nascosto agli occhi della maggioranza, a chi crede nell'amicizia e nella giustizia. Non ha una scrittura particolarmente complessa, quindi può essere letto sia da adulti che da ragazzi. E' un libro che sa sorprendere e intrigare, sa far emozionare e riflettere. dopo l'ultima pagina ho immaginato la crescita di Pietro che poi realizzerà il suo sogno (quello di andare con la Bianca al mare, assieme a Luigi)e il sempre migliore rapporto con la madre. Il film che mi è venuto in mente è quello che si intitola "io non ho paura", in quanto racconta una storia molto simile a quella del libro. In entrambi viene narrato come la mafia "utilizzi" dei ragazzini per porre a termine i suoi obiettivi.
ha fatto piacere leggere questo libro anche perche mi è servito ulteriormente a comprendere come,nelle famiglie apparentemente normali e agiate, vi possano essere soprusi e maltrattamenti dei figli, con una conseguente imposizione della figura di uno o di entrambi i genitori e inoltre di come, nei paesi del Sud,sia frequente il fenomeno della mafia (anche se nel libro non viene comunicato in maniera esplicita ho capito che Pietro veniva convolto dal padre in faccende mafiose).
Dentro di lui però rimane la brutta esperienza subita e l'infanzia difficile che aveva vissuto, di conseguenza quando il padre viene rilasciato, ho immaginato che Pietro decidesse di vendicarsi;anche se spesso la vendetta non è il modo più adatto per dissetare l'odio, l'immagine che mi sono figurata in testa è proprio quella della morte del padre di Luigi per mano dello stesso figlio.
nike
voto: Molto bello