Cosa mi è piaciuto e perché (personaggi, situazioni, stile...) È un libro che mi è piaciuto molto: un bel romanzo d’avventura che si legge tutto d’un fiato, perché la trama é avvincente e lo stile piacevole. Non vi è nulla che non mi sia piaciuto, perché anche le descrizioni più crude sono presentate in modo da non creare disgusto nel lettore. Metterei una musica potente, con un incalzare di toni alti, intercalata anche da note più gravi che diano il senso del timore e della paura. Lo consiglio a tutti i giovani appassionati dei romanzi d’avventura ed anche a chi non ha un buon rapporto con la lettura, perché la facilità con la quale lo si legge e l’argomento appassionante possono convincere che “ leggere è bello" L’amicizia fra Richard e Abraham, dopo l’avventura dell’uccisione del cinghiale, si fece più profonda. Vissero ancora altre avventure insieme, continuarono a trovare rifugio nella casa sull’albero, ma Richard, che aveva la fortuna di poter frequentare la scuola, aiutò l’amico anche ad imparare a leggere e scrivere; di questo Abraham gli fu riconoscente per tutta la vita. Per il senso dell’avventura trovo un paragone tra questo libro ed alcuni libri di Jack London.
Predominano il succedersi dell’avventura e la descrizione degli stati d’animo dei protagonisti, ma c’è posto anche per descrizioni della natura, mai barbose, anzi capaci di far comprendere meglio le situazioni presentate e scritte con leggerezza.
Tutto ciò che viene proposto è talmente avvincente, che il lettore si immedesima con grande facilità nei personaggi che agiscono e nelle avventure che essi vivono. Più volte si trattiene il fiato di fronte a momenti particolari, sempre determinati dalla presenza più o meno fuggevole del vecchio Satana, un cinghiale selvatico, capace di terrorizzare un piccolo paese del Texas orientale.
Nel libro si parla ripetutamente del suo odore nauseabondo, delle devastazioni di cui era stato capace; solo alla fine, quando Richard Harold Dale, il personaggio principale, lo riuscirà finalmente ad ammazzare, ne avremo una descrizione particolareggiata: “era lungo più di due metri e mezzo e pesava duecento chili, le lunghe zanne misuravano quasi trenta centimetri ….”.
A questo punto si può tirare un sospiro di sollievo, perché tutto finisce bene e Richard Dale potrà ritornare a casa dove era atteso dalla sua famiglia, nella quale nel frattempo era nata una sorellina.
Richard è un personaggio che può solo destare simpatia ed ammirazione. È un ragazzo poco più grande di noi che si comporta con la maturità di un uomo. È capace di sostituire il padre, temporaneamente impegnato fuori paese, di prendere decisioni importanti, di agire con determinazione e coraggio.
Il romanzo è ambientato nel 1933 e forse un tempo i ragazzi maturavano prima, perché oggi sarebbe impensabile che un quindicenne possa comportarsi così.
O forse Richard è solo un ragazzo immaginario?
Il romanzo è talmente veritiero nelle sue descrizioni che io voglio pensare Richard come un giovane in carne ed ossa, modello per tutti noi adolescenti di oggi.
Per la determinazione del personaggio principale nell’affrontare situazioni difficili, mi viene in mente un libro che ho letto tempo fa, intitolato “Come si diventa Re”.
gspurra
voto: Molto bello