Cosa mi è piaciuto e perché (personaggi, situazioni, stile...) Partendo dal presupposto che “La Sottile Linea Scura” è uno dei libri più belli sul razzismo mai letti dalla sottoscritta, nel complesso questo libro è davvero eccezionale perché mette insieme un argomento importante come quello del razzismo e lo affianca ad un giallo, ad un delitto che coinvolge il lettore sin dalle prime pagine. Il libro è molto bello anche se alcuni comportamenti da parte dei personaggi, la violenza gratuita e senza alcun motivo e certi atteggiamenti portati all’eccesso, che superano a volte anche il limite, mi portano a riconsiderare il mio giudizio, comunque positivo, su questo libro. Questo punto mi ha messo un po\\\' in crisi, devo dire. Io lo consiglierei a tutte le persone che sono appassionate di gialli o di razzismo, ma secondo me lo dovrebbero leggere tutti perché fa riflettere e ci porta a riconsiderare il nostro pensiero e il nostro atteggiamento nei confronti delle persone che ci stanno attorno. \\\"In quell\\\'instante sentii scattarmi dentro non so cosa., mi venne da pensare. Che lo trova pure comico, sentirsi prendere in giro, lui e la sua gente. Durante la lettura mi è venuta in mente un libro letto durante lo scorso anno scolastico: \\\"Non capisco il mondo arabo\\\" di Tahar Ben Jelloun, di cui ne abbiamo discusso anche con la signora Gabanelli (che conduce Report).
Per non parlare delle descrizioni effettuate dall’autore che ti fanno immaginare un Texas di cinquant’anni fa in un modo straordinario e soprattutto le differenze tra i quartieri dei bianchi e quelli dei neri.
L’autore è riuscito a creare agli occhi del lettore un mondo in cui immergersi, uno specchio in cui si può guardare lo scorrere della vicenda, ma essa è talmente coinvolgente che tutto ciò ti porta subito a immedesimarti nel protagonista e a seguire passo dopo passo lo svolgimento della storia.
Durante la lettura ho pensato molto alla colonna sonora.
Mi è venuto in mente di mettere ritmi a secondo delle situazione, ma poi...
Poi mi sono venuti in mente i Gospel, i canti, alcuni prettamente religiosi, dei neri.
La loro unica forma di comunicare i loro sentimenti nel loro stato di schiavi della società dei bianchi.
Nascono come canti di espressione, ma si trasformano ogni giorno di più, per raggiungere negli anni cinquanta (anche da qui si motiva la mia scelta, infatti il romanzo è ambientato nell\\\'America degli anni 50) il loro periodo d\\\'oro.
Nel libro fa riferimento ad alcuni di questi canti.
I titoli non li so, ma i gospel sono ormai famosi in gran parte del mondo perchè grazie ad essi i neri schiavi potevano raccontare, o meglio cantare, i loro stati d\\\'animo.
Quindi io penso che siano una buona colonna sonora a questo romanzo perchè durante gli anni della segregazione razziale servivano come forma di politica nascosta.
Infatti ascoltandoli si possono comprendere i sogni e le ambizioni di una società che, con le unghie e con i denti, ha trovato il suo spazio e se l\\\'è conquistato.
Anche perchè abbiamo comportamenti sbagliati di cui, molte volte, non ce ne rendiamo conto.
Non risi più. E non dovetti certo sforzarmi. Tra tutto quello che fecero su quel palcoscenico, quella sera, non trovai più niente di buffo.\\\"
Questa frase dimostra la reazione di Stanley nei confronti del Ministrel Show, uno spettacolo che ironizza in modo eccessivo i comportamenti dei neri.
Stanley alla fine si chiude in se stesso perchè non comprende cosa suo padre trovi di bello in quello spettacolo che prende in giro una intera razza di persone che sono uguali a noi, ma che si contraddistinguono solo per il colore della pelle.
Mi è piaciuta perchè io sono d\\\'accordo con Stanley.
Leggendo questo capitolo, che racconta questo show, mi sono stupita ma anche indignata del punto fino al quale un uomo si può spingere.
E\\\' davvero indecente anche perchè i neri sono persone come noi, se non migliori perchè hanno lottato per i loro ideali e combattuto per essere accettati nella società. Noi, invece, abbiamo bisogno di ironizzare su cose così insignificanti, non rendendoci conto di ciò di cui stiamo parlando e di come ne parliamo.
Il libro parla di una corrispondenza via e-mail che coinvolge due ragazze diciassettenni e che le porta a parlare di tutto, ma soprattutto dei pregiudizi che noi abbiamo nei confronti degli arabi.
Mi viene in mente una frase scritta dalla figlia dell\\\'autore, che è una delle protagoniste:
Il libro non mi è piaciuto molto, ma ripensandoci un anno dopo mi viene in mente che i discorsi fatti dalle ragazze sui pregiudizi che portano odio nelle società e creano grandi disagi mi portano ad essere completamente d\\\'accordo con loro.
Franky TGG
voto: Molto bello