Cosa mi è piaciuto e perché (personaggi, situazioni, stile...) Mi è piaciuta la semplicità con la quale si esprime l’autrice. Ciò che ha reso difficile la comprensione di alcune parti del romanzo è stata l’assenza di un piccolo dizionario indispensabile al lettore per capire la terminologia che, inevitabilmente, l’autrice utilizza per indicare abiti o feste caratteristiche del Paese. La colonna sonora per questo romanzo è “Just hold me” di Maria Mena perché, come Rubina, ha carattere. Questo libro lo consiglio a chi ha voglia di conoscere nuovi modi di pensare e vivere; lo consiglio a chi, alzandosi al mattino, è pieno di grinta, pronto ad affrontare le novità belle e brutte della giornata, ed ad inseguire i suoi sogni, superando ogni ostacolo. Rubina, con la sua tenacia, dopo la laurea, non diverrà solo un’ottima regista capace di raccontare la sua storia ma, grazie alla personalità schietta e vivace, farà nascere nelle donne afgane la voglia di libertà a lei così cara, per far credere in un mondo migliore anche loro, che lo guardano dietro una griglia di tessuto o da una piccola finastra. Questo libro lo collego a due romanzi di Deborah Ellis: “Sotto il burqa” e “Il viaggio di Pavana” perché affrontano le medesime tematiche.
Ho trovato inoltre estremamente interessanti le considerazioni della protagonista sull’occupazione straniera nel suo Paese e sulla contrapposizione tra cultura occidentale e orientale.
“Tutta un’altra musica in casa Buz” insegna al lettore che noi adolescenti, al di là di ogni barriera spaziale, culturale o temporale, siamo tutti uguali: vogliosi di libertà, di diritti ma, al contempo, incerti e impauriti.
Mars
voto: Va nella biblioteca ideale