Una stella tranquilla

Dopo aver letto “Se questo è un uomo”, famoso libro di Primo Levi rimanevano molti punti oscuri riguardo la vita di Levi dopo il lager. Questo libro ha chiarito molti miei dubbi e mi ha fatto scoprire come Levi abbia vissuto la sua vita normalmente. Purtroppo alla fine del libro appare un immagine drammatica che ci spinge a riflettere, perche se anche una persona forte come Levi alla fine non abbia resistito agli orrori dei campi di sterminio arrivando al suicidio, allora noi non dobbiamo dimenticare questi orrori per evitarli in futuro.

Il ricordo di una grande vita come quella di Primo Levi non può e non deve essere stroncato.

Non ci sono state frasi che mi hanno colpito particolarmente, mentre mi hanno affascinaato le illustrazioni.

“Se questo è un uomo” e “La tregua” di Primo Levi perche sono i racconti dai quali nasce questo libro.

L’incredibile testimonianza di come il Lager non possa essere rimosso dalla memoria, neanche da persone straordinarie.

Non conoscevo molto bene la vita di Primo Levi, e scoprirla con un libro così è bellissimo: viene illustrata in maniera lineare ma nel libro sono presenti anche interviste di allora, curiosità meno note e ritratti della Torino d’oggi, per il confronto con quella che vedeva Levi.
In generale, non la solita noiosa biografia, piena di date e fatti che non interessano al lettore.
Trovo anche che i disegni di questo libro siano perfetti per il tema che trattano, fragile ma importante visto che è un pezzo della storia italiana: sono decisi nel tratto e malinconici e delicati anche grazie all’inchiostro verde chiaro pastello; inoltre i volti non sono troppo espressivi ma abbastanza da capire con chiarezza i sentimenti delle persone raffigurate. Questo ha fatto sì che le figure di Levi e di Pietro Scarnera, l’autore e disegnatore anch’egli torinese, si somiglino, cosa abbastanza curiosa.

Non ho nulla da rimproverare all’autore.

‘Questa è una delle ultime poesie di Primo Levi. Si chiama “Delega”, e dice così: “Non spaventarti se il lavoro è molto: c’è bisogno di te che sei meno stanco. […] Aiuta, insicuro. Tenta, benché insicuro, perché insicuro. […] Non sgomentarti delle macerie né del lezzo delle discariche: ne abbiamo sgomberate a mani nude negli anni in cui avevamo i tuoi anni. […] Abbiamo pettinato la chioma delle comete, decifrato i segreti della genesi, calpestato la sabbia della luna, costruito Auschwitz e distrutto Hiroshima. Vedi: non siamo rimasti inerti. Sobbarcati, perplesso; non chiamarci maestri.”‘

Leggendo questo libro mi sono venute in mente quelle volte in cui ti è successa una cosa fuori dalla routine e hai una voglia pazzesca di raccontarla a qualcuno: immagino Levi e le cose orribili che ha visto e sofferto, e al confronto risulto un’egocentrica bambina che ha bisogno di attenzione.

Un ritratto sentimentale di primo Levi (cioè il sottotitolo del libro e anche titolo di una poesia di Levi).