Sulla strada

“Sulla strada” di Jack Kerouac è un romanzo che racconta di quel tipico disagio presente negli adolescenti, che sentono il bisogno di fuggire dalla realtà e dalla società, in cui faticano a trovare dello spazio per loro.
Dean Moriarty è il personaggio centrale del romanzo ed è un giovane ribelle che trascorre gran parte degli anni della sua giovinezza sulla strada: viaggi improvvisati in autostop o in macchine rubate, incontri casuali, rapporti superficiali, pasti di pessima qualità e abuso di alcol.
Sal Paradise, il narratore, accompagna l’amico in questa folle avventura. Sal, in questo romanzo è l’ alter-ego di Kerouac, che questo viaggio da una parte all’altra degli Stati Uniti lo ha vissuto veramente. La loro è una fuga dalla futilità e dalla falsità del mondo di cui fanno parte.

Il linguaggio era un po’ complesso, perciò la lettura non risultava molto fluida; ma nel complesso ho molto apprezzato il libro.

“Tu e io, Sal, esploreremo il mondo intero con un’automobile così perché, amico, in fondo la strada è fatta apposta per farci girare il mondo”.

Leggendo questo libro mi è venuto ovviamente in mente il film “On the road” tratto appunto dal libro.

I loro viaggi non hanno mai una meta precisa e reale; ciò che conta per loro è la strada, il viaggio stesso.
Più volte nel corso del romanzo Sal cerca di distaccarsi da Dean, consapevole che quando si trova in compagnia dell’amico si trasforma in un’altra persona, inaffidabile e folle. E anche quando alla fine Sal trova l’amore e decide di prendersi una pausa dalla vita che aveva fino ad allora condotto, non riesce mai a togliersi dalla testa il pensiero di Dean e delle loro avventure. Perché per lui, alla fine, la vita vera è sulla strada, al fianco di Dean.
Io ho letto questo libro due volte, in diversi momenti della mia vita, ed ogni volta ho colto dei significati diversi nelle singole frasi e parole; ma il libro ha continuato a piacermi lo stesso. Questo libro, secondo me, cresce insieme al lettore.

Il libro sulla strada mi ha affascinato molto.Mi hanno affascinato le descrizioni dei vari luoghi e delle città che i protagonisti attraversano e l’ importanza del rapporto tra i compagni di viaggio. La cosa che mi è piaciuta di più di questo libro è stata il fatto che i personaggi del libro fossero tutti pseudonimi di persone realmente esistenti quindi attribuendo il carattere di questi ultimi ai personaggi del libro.

Penso che questo libro non debba essre stroncato

« «Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati»
«Dove andiamo?»
«Non lo so, ma dobbiamo andare».

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Viaggiare e fare nuove amicizie sono temi molto interessanti.

Storia coinvolgente,ricca di personaggi con un’ottima descrizione dei paesaggi americani. Il romanzo autobiografico, scritto da Jack Kerouac,è basato su una serie di viaggi in automobile attraverso gli USA, sia con il suo amico Neal Cassady che in autostop. È ambientato alla fine degli anni quaranta e descrive i giovani del movimento culturale della Beat Generation in viaggio per il continente americano.

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“Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati”
“Dove andiamo?”
“Non lo so ma dobbiamo andare”

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Il viaggio della libertà.

Storia coinvolgente,ricca di personaggi con un’ottima descrizione dei paesaggi americani. Il romanzo è autobiografico,scritto da Jack Kerouac,basato su una serie di viaggi in automobile attraverso gli USA,sia con il suo amico Neal Cassady che in autostop. È ambientato alla fine degli anni quaranta e descrive i giovani del movimento culturale della Beat Generation in viaggio per il continente americano.

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“Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati”
“Dove andiamo?”
“Non lo so ma dobbiamo andare”

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Il viaggio della libertà.

Il libro racconta la storia dei viaggi di Sal Paradise e Dean Moriarty attraverso gli Stati Uniti fino al Messico. Il viaggio viene inteso come qualcosa di più profondo del semplice spostamento da un luogo all’altro: è quasi un qualcosa di particolare e di essenziale per una vita che i giovani protagonisti utilizzano per uscire dalla monotonia borghese e abbracciare la strada. Per alcuni può risultare già qualcosa di interessante da questa breve descrizione, ma il tutto è anche arricchito dalle speranze di vita e sentimenti dei giovani americani degli anni ’50. Questo può essere ritenuto, a mio avvisto, un libro a cui dedicare un po’ di tempo perché ci fa capire, immedesimandosi nel protagonista, quella che i ragazzi americani di quell’epoca e in particolare della Beat Generation ritenevano vera vita in un mondo governato dalla “massa” a cui molti cercano di adeguarsi

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“Non ti viene mai in mente che la vita è una cosa seria e che c’è chi cerca di ricavarne qualcosa di decente invece di fare il coglione a tempo pieno.”

leggendo il libro è possibile capire gli ideali dei giovani di quel periodo, la voglia di non uniformarsi alla massa, unito alla storia di un lungo viaggio attraverso l’America

Storia molto avvincente, ricca di personaggi a volte stravaganti che comunque offrono una visione eterogenea della società americana degli anni ’50 con una descrizione del paesaggio suggestiva.

Trama a volte contorta che a tratti risulta monotona e ripetitiva causando una lettura non sempre scorrevole.

C’è sempre qualcosa di più, un po’ più in là… non finisce mai.

Assocerei a questo libro il romanzo di Jack London “Il richiamo della foresta” per il sentimento di continua ricerca della novità, del senso della scoperta e distacco da una società nella quale il protagonista non si rispecchia.

Libro che permette al lettore di sperimentare direttamente quello che rappresenta la vita di un viaggiatore.

Questa storia é intrigante e coinvolgente, farebbe appassionare qualsiasi lettore perché é semplice da comprendere ma pieno di vicende emozionanti.

L’unica pecca é il modo in cui é stato scritto perché pur essendo facile non rende fluida la lettura.

“Ma allora danzavano lungo le strade leggeri come piume, e io arrancavo loro appresso come ho fatto tutta la mia vita con la gente che m’interessa, perché per me l’unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano come favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni traverso le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno ” Ooohhh!””

Collegherei questo libro al film “On the road” perché é tratto da questo libro.

Questa storia é forse una delle più belle che abbia mai letto perché comprende tutti gli aspetti della vita da vagabondo quindi dà la possibilità di avere una veduta a 360° degli Stati Uniti degli anni 40.