Jillian Tamaki è un’illustratrice canadese, ha studiato all’Alberta College Of Art and Design, città dove ha lavorato anche per una compagnia di videogiochi, disegnando le texture dei personaggi. Traferitasi a New York nel 2005, è principalmente conosciuta per i suoi lavori nel New York Times e nel New Yorker. Tuttora insegna al Dipartimento di illustrazione della Scuola di Arti Visive di Brooklyn.
Mariko Tamaki è scrittrice e artista canadese di Toronto, dove ha studiato letteratura inglese alla McGill University. Ha lavorato come scrittrice e ha fatto parte di alcuni gruppi artistici attivisti, femministi e di accettazione sociale, co-fondatrice di uno di questi.
Jillian e Mariko sono cugine e hanno lavorato insieme alla realizzazione di Skim (2008), graphic novel vincitore di due premi (Ignatz Award e Doug Wright Award) per il quale sono principalmente conosciute, che tocca argomenti come l’emarginazione, l’amicizia, il suicidio, la sessualità. Una loro successiva collaborazione ha portato alla pubblicazione nel 2014 di E la chiamano estate, vincitore dell’Ignatz Award, uno dei più prestigiosi premi dell’industria fumettistica americana.
Le Opere su Xanadu:
Jillian e Mariko Tamaki, E la chiamano estate, Bao, 2014 Tre anni fa ho raccolto duecento sassi in spiaggia. Li abbiamo ammucchiati nel porticato. Facevamo cose così, insieme. Il muro di sassi della Famiglia Wallace. Ovviamente la mia famiglia non costruirà altri muri di sassi. O un’altra cosa. Sono troppo grande per quelle cose ora, comunque. […]
| Scuole Medie
Jillian e Mariko Tamaki, E la chiamano estate, Bao Publishing Tre anni fa ho raccolto duecento sassi in spiaggia. Li abbiamo ammucchiati nel porticato. Facevamo cose così, insieme. Il muro di sassi della Famiglia Wallace. Ovviamente la mia famiglia non costruirà altri muri di sassi. O un’altra cosa. Sono troppo grande per quelle cose ora, comunque. […]
Jillian e Mariko Tamaki, E la chiamano estate, Bao Publishing Tre anni fa ho raccolto duecento sassi in spiaggia. Li abbiamo ammucchiati nel porticato. Facevamo cose così, insieme. Il muro di sassi della Famiglia Wallace. Ovviamente la mia famiglia non costruirà altri muri di sassi. O un’altra cosa. Sono troppo grande per quelle cose ora, comunque. […]