Descrizione
Autore
Christa Wolf
Christa Wolf
Christa è nata come Christa Ihlenfeld a Landsberg an der Warthe nel 1929. Dopo un’infanzia e una giovinezza passate sotto i dogmi di Hitler, a vent’anni aderisce con entusiasmo alla fondazione della DDR (Repubblica Democratica Tedesca). Studia germanistica all’università di Jena e nel 1951 si sposa con lo scrittore Gerhard Wolf. Lavora per anni come critica letteraria e inizia a pubblicare romanzi dal 1960. Nel 1975 esce Cieli Divisi, titolo che la rende celebre non tanto perché tratta del regime socialista, ma per lo stile col quale sceglie di farlo: abbandona infatti il realismo che caratterizzava tutti gli autori della Germania Orientale, e questo costituisce un grosso merito agli occhi dei critici più illuminati e meno politicizzati. Negli anni seguenti escono diverse nuove opere tra le quali le più importanti sono: Riflessioni su Christa T. nel 1968, Cassandra nel 1983 e Medea. Voci del 1996; il racconto attraverso il mito greco è un trucco furbo, perché si riflette sul presente ma con il distacco necessario a rendere l’analisi più precisa. Christa resterà comunque un’autrice molto criticata, un bersaglio facile, soprattutto dopo la riunificazione tedesca, per non avere espresso pareri più diretti circa gli orrori commessi dal regime socialista. Muore nel 2001 a Berlino, dove da sempre viveva col marito.
Bibliografia
Cassandra, e/o, 1996
Medea, e/o, 2000
Il cielo diviso, e/o, 2012
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Descrizione
Christa Wolf, Cassandra, e/o, 1996
Con questo racconto vado nella morte.
Termino qui, impotente, e niente, niente di quello che avrei potuto fare o non fare, volere o pensare, mi avrebbe condotto ad una meta diversa. Più profondamente di ogni altro moto dell’animo, più profondamente persino della mia paura, mi impregna, mi corrode, mi avvelena l’indifferenza dei Celesti verso noi terreni.
Occhio. Questo piccolo libro è difficilissimo, ogni pagina richiede un’attenzione e una concentrazione rare, e molto tempo. Le prime 30-40, in particolare, stendono anche il miglior lettore.
L’importante è saperlo, se non si è più che intenzionati meglio lasciar perdere, lasciando ai più temerari il piacere e l’intensità di questa esperienza.
Come se non bastasse, la ricercatezza stilistica accompagna un testo sofferente dalla prima all’ultima riga: l’autrice immagina Cassandra, la profetessa del mito greco, figlia del re di Troia e condannata a non essere mai creduta, a poche ore dalla morte.
Sulla nave di Agamennone, in attesa di essere giustiziata, ripercorre rabbiosa per noi la storia di Troia, i lunghi anni di guerra, la caduta tremenda e la distruzione, e contemporaneamente la sua infanzia, la sua adolescenza. E poi il rapporto coi genitori, con le amiche, con Apollo che l’ha resa peggio che muta, le violenze cui è stata sottoposta, la storia d’amore splendida e clandestina con Enea, l’odio feroce per Achille “la bestia”, che viene raccontato più volte come un mostro spietato, autore di delitti innominabili.
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