Descrizione
Autore
Romain Gary
Romain Gary, pseudonimo di Roman Kacew, nasce a Vilnius, Lituania, l’8 maggio 1914, ma all’età di tredici anni si trasferisce con la sua famiglia a Nizza, Francia. Dopo una laurea in giurisprudenza, nel 1940 raggiunge l’organizzazione di resistenza Francia Libera, dove presta servizio nelle Forces Aériennes Françaises Libres e termina la guerra come “compagnon de la libération”, decorato con la Legion d’onore a soli trent’anni. La fine della guerra non spegne la sua partecipazione attiva, e negli anni cinquanta soggiornerà a lungo a Los Angeles (California) in qualità di Console Generale di Francia. Poco più di un anno dopo il suicidio della sua seconda ex-moglie, l’attrice americana Jean Seberg, tormentato dall’indebolimento dovuto all’invecchiamento, si diede la morte sparandosi in bocca (3 dicembre 1980). Durante la sua vita, Romain utilizzò diversi pseudonimi, ma si ricordi tra tutti quello di Emile Ajar, di cui si scoprì la vera identità celata solo a morte avvenuta. Inoltre, l’uso di pseudonimi li permise di essere anche il solo autore a vincere per due volte il premio Goncourt.
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Descrizione
Educazione europea, Neri Pozza, 2006
La libertà è figlia delle foreste. E’ la che è nata ed è la che torna a nascondersi, quando le cose vanno male.
Siamo nel settembre del 1942 in Polonia, la Russia di Stalin si sta opponendo all’esercito nazista a Stalingrado e l’Europa è schiacciata sotto il tallone di Hitler. Tutti i popoli sottomessi al nazismo però non ci stanno, e in ogni regione d’Europa si costituiscono sacche di ribelli, o meglio partigiani, che si oppongono al regime. Janek, 14 anni, polacco, viene accompagnato dal padre nella foresta. In quel luogo il padre, medico, ha costituito per lui un rifugio, una buca sottoterra nella quale ha stivato una scorta considerevole di patate e vi ha costruito una stufa di fortuna. lo scopo è di garantire al figlio la libertà e la salvezza, visto che la città è in mano al nemico. Il padre lascia il figlio con la promessa che verrà presto a trovarlo, di non preoccuparsi, e con la raccomandazione di restare nascosto e di non fare parola con nessuno del luogo segreto e delle provviste che contiene. Ma il padre non torna, e Janek, a quel punto non ha altra scelta, uscire e contattare i partigiani, che come lui si nascondono in quei luoghi. Ma è una scelta saggia? Fa bene il ragazzo ad unirsi a persone che come lui hanno scelto la clandestinità?